Da Sant’Elia a Stampace, da una casa popolare a un magazzino pieno di oggetti e – soprattutto – umidità. Da due mesi circa questo è il rifugio di Antonio Serra, per tutti “pantera” – in ricordo dei tempi d’oro delle partite di calcio. Sessantaquattro anni, una vita trascorsa “a fare mille lavoretti, per arrangiarmi”, e una brutta vicenda da raccontare: “Una sera sono rientrato nel mio alloggio popolare, di Area, e dentro c’erano due persone. Ho chiamato i carabinieri, il portone l’ho aggiustato chiudendolo con un pezzo di spago ma, il giorno dopo, l’appartamento era di nuovo occupato. Mi hanno svuotato tre camere e portato via tutto dal soggiorno”, racconta Serra.
“Vivo in questo magazzino, ma è come se vivessi in strada. Dal Comune mi arrivano telegrammi che annunciano l’assegnazione di appartamenti popolari, ma in ritardo, quando sono già stati assegnati”. Una beffa, insomma, stando alle sue parole: “A me basta che mi diano una casetta, non chiedo molto. Basta che sia al primo piano, anche perché ho un figlio che ha la sclerosi multipla e fare e l’appartamento occupato si trovava al nono piano, senza ascensore”. Chi potesse aiutare Antonio lo può contattare direttamente al suo numero di cellulare: +39.342.3200544 .










