Cagliari, l’incubo di Halid: “Mia figlia malata senza il sondino per 7 mesi al Brotzu, ecco la malasanità”

La sua bimba, nata da poco più di un anno con una malattia rara, ha rischiato più volte di non sopravvivere. Halid Suleimanovic, 32 anni, è il padre della piccola rimasta in attesa di un sondino, indispensabile per deglutire: “I medici gliene hanno messo uno più grande, solo dopo che ho protestato all’Assl hanno tirato fuori il sondino giusto da dare ai chirurghi del Brotzu. Dopo sette mesi d’attesa, ma la sanità funziona davvero così? Qui si parla della salute degli esseri umani”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Ha un cartello attaccato alla maglietta con un’accusa pesantissima, ma resa un po’ più “leggera” dalla consapevolezza che, l’incubo che sta raccontando e denunciando l’ha vissuto davvero, Halid Suleimanovic, 32 anni, papà di una bimba nata poco più di un anno fa con una malattia rara: “Malasanità: all’ospedale Brotzu 7 mesi di attesa per avere un sondino per una bambina con problemi di deglutizione”. Queste le parole scritte nel foglio dall’uomo. Che ha protestato, insieme ai sindacalisti dell’Usb, sotto l’assessorato regionale della Sanità in via Roma a Cagliari. E ha deciso di rendere pubblica la sua odissea: “Mia figlia è nata il 14 luglio e, sino a metà settembre, è rimasta al Policlinico di Monserrato, prima di essere trasferita con un volo militare al Bambin Gesù di Roma, dov’è rimasta sino a marzo di quest’anno”, racconta Suleimanovic. Una “malattia rara, con un grave problema per la deglutizione”, condanna la piccola a passare da un ospedale all’altro. E un sondino, in questi casi, è indispensabile per evitare problemi che potrebbero anche essere fatali: “A marzo è tornata in Sardegna, prima al Microcitemico e poi al Brotzu”. Senza, però, il sondino giusto: “Dev’essere cambiato ogni tot di mesi, mia figlia era stremata perchè dall’Assl non lo stavano inviando e i medici sono stati costretti a utilizzarne uno che non è della sua misura”.
La svolta? Solo quando il 32enne è andato di persona “alla farmacia dell’Assl. Ho chiesto dove fosse il sondino per i chirurghi del Brotzu. Mi sono arrabbiato moltissimo e, dopo un’ora, l’hanno trovato. Solo dopo che ho protestato, il sondino era nel loro magazzino”. La rabbia del papà è tantissima, e l’incubo non è finito qui: “I medici erano pronti a trasferire nuovamente mia figlia a Roma”. E, stando alla sua denuncia, l’hanno messo di fronte ad una scelta: o il nuovo viaggio nella Capitale “oppure dovevo firmare, prendendomi la responsabilità, per farle mettere il nuovo sondino, nonostante i medici non mi avessero garantito che la mia piccola si sarebbe risvegliata. Ho firmato, per fortuna mia figlia si sta pian piano riprendendo”. La strada, però, per chi nasce con una malattia rara, sarà sempre in salita: “Non so che dire, la sanità deve davvero funzionare in questo modo per i pazienti? È giusto così? Io protesto, sperando di poter aiutare anche le altre famiglie che si trovano in queste situazioni. L’Assl si deve svegliare, qui si parla di esseri umani”.


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