Per 20 anni ha fatto l’autista per una cooperativa che lavorava al mercato ortofrutticolo. Poi, la vita di Vincenzo Puddu, 60enne cagliaritano, è precipitata. Un doppio intervento medico, “mi hanno tolto cinquanta centimetri di intestino e mezzo lobo destro di un polmone”. Arriva l’assegno di invalidità, “settantesei per cento, prendo 270 euro al mese”, che, alla fine, unendo altre entrate, diventano circa 500.
“Una cifra con la quale è impossibile vivere in due, la mia compagna è stata già sbattuta fuori dalla struttura e vive e dorme dentro la mia Chevrolet”, che Vincenzo ha parcheggiato proprio davanti all’ingresso di quel centro di solidarietà “Giovanni Paolo II” che sta per chiudere, almeno lì in viale Sant’Ignazio, per sempre. Una situazione molto difficile, tra pochi giorni né lui né la sua compagna sapranno dove andare, e l’unica “tana” potrebbe essere rappresentata proprio dall’automobile. Potrebbe perché, una soluzione, a detta del 60enne,ci sarebbe: “Ho trovato una stanza per me, la mia compagna e un altro signore in difficoltà, l’affitto mensile è di 360 euro. Chiedo e spero che le assistenti sociali del Comune, che conoscono la nostra storia, possano aiutarci pagandoci almeno i primi mesi. Prima mi davano un sussidio, da quando mi hanno messo qui me l’hanno tolto. Potrebbero aiutarmi almeno all’inizio, poi mi basterebbero anche 150 euro al mese, il resto lo metterei io. Cinquecento euro al mese, tra luce, gas e cibo da comprare per due”, puntualizza il 60enne, “non bastano nemmeno se non si hanno vizi o stravizi”.










