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- Le associazioni Sardegna Sotterranea e Ambiente Sardegna esprimono un plauso alle istituzioni per il bel restauro della Torre del Poetto e di S.Elia, posta sulla Sella del Diavolo, divenuta oggi oggetto di un nostro sopralluogo, in compagnia di una cinquantina di soci. Al tempo stesso però, esprimiamo VIVA PREOCCUPAZIONE per la SELLA DEL DIAVOLO.
“La presenza di spaccature alla base della monumentale Sella, opera naturale di valore incommensurabile, spaccature e lesioni naturali ben visibil nella sua parte più elevata – affermano il Biologo Massimiliano Deidda e la Guida Turistica Marcello Polastri – preoccupano per le sorti di questo bellissimo simbolo ambientale e naturale del capoluogo sardo”.
Da qui un auspicio affinché le istituzioni possano per davvero trovare un rimedio per consolidare la Sella, ovviamente con interventi poco invasivi e nel pieno rispetto del sito, di grande valore identitaria per tutta la Sardegna, “un simbolo di Cagliari, riassuntivo della sua bellezza ambientale ed anche dei suoi valori mitologici e leggendari che la Sella de Diavolo appunto racchiude” conclude Marcello Polastri, alla guida di Sardegna sotterranea.
BRINDIAMO AL BENE DELLA SELLA. Anche in queste immagini allegate si nota alla base del “pomolo” della Sella, una naturale spaccatura chiara, profonda, da consolidare per sorreggere la medesima opera monumentale. “Da tramandare ai nostri posteri prima che l’invidia del tempo la consumi sempre più”.
Ieri sera, con i presidenti delle associazioni, sulla Sella del Diavolo c’erano anche tantissimi soci che hanno raccontato ai più (presenti cittadini e ai turisti) la storia di un luogo paradisiaco: il Golfo degli Angeli, il Poetto e il Promontorio della Sella del Diavolo. Posti ricchi di storia e assetto ambientali unici.
Durante le soste panoramiche, testi antichi in pugno, sono state riassunte le leggende popolari della Sella del Diavolo e rievocata l’epopea che nelle locali grotte vide i trogloditi e gli uomini preistorici stabilirsi, per lasciarvi i segni dei fuochi, di disegni in ocra rossa, insomma di antiche frequentazioni. È stato anche illustrato di come l’uomo delle caverne seppelliva i suoi cari estinti accanto a Marina Piccola.
Unico aspetto poco positivo: lo stato di conservazione del monumento naturale chiamato Sella Del Diavolo. Per il quale le associazioni Ambiente Sardegna e Sardegna Sotterranea auspicano da tempo un rimedio. La Sella, rischia per davvero di crollare?
Una domanda alla quale offriremo riposta in un prossimo fotoservizio.
- Durante il tour è stata ricalcata la strada citata dai testi ottocenteschi come “intagliata nella roccia, con gradini” per raggiungere “il sacro tempio” di Astarte ericina nel quale veniva praticata la sacra prostituzione.
L’obiettivo delle guide turistiche e ambientali consisteva nel raggiungere, con una salutare camminata, la Torre del Poetto che probabilmente diede il nome all’omonimo litorale sabbioso.
Però è emerso uno scoop: un documento seicentesco mostrato da uno dei nostri studiosi che ha preso parte alla passeggiata, ha lasciato tutti di stucco proprio mentre sorseggiavamo un aperitivo davanti al crescente lunare.
IL DOCUMENTO, conservato nell’Archivio di Stato, afferma che la vicina chiesetta di Sant’Elia appartenne alla città di Quartu come gran parte del litorale sabbioso del Poetto. Ed il toponimo “Poetto” deriverebbe da “Su Coettu“, con il significato di “coda piccola”, o “codino”. Dunque “la coda della spiaggia” (di Quartu) sarebbe nota come “Su Coettu“.
Acquista credibilità l’ipotesi secondo la quale il nome del Poetto non deruberebbe in via esclusiva dalla lingua catalana: “Poueth” in catalano significherebbe “pozzetto“, termine legato forse legato alla presenza di pozzi e cisterne visibili sulla Sella del Diavolo. Le nostre ricerche, strada facendo, tra archivi e luoghi della memoria da toccare con mano, proseguiranno.
Per studiare, tramandare e tutelare le nostre radici.