Cagliari, la rabbia di parrucchieri ed estetisti: “Eravamo pronti a riaprire, massacrati dalle spese”

Lunedì non riapriranno perchè l’indice di contagio è superiore a 0,5. I barbieri e gli estetisti cittadini tra delusione e forte amarezza: “Ancora fermi dopo due mesi senza incassi, abbiamo speso per acquistare i dispositivi di protezione: ogni giorno che passa si fa sempre più dura”. Le loro storie


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L’indice di contagio a Cagliari? Superiore a 0,5, l’ha detto il presidente della Regione Christian Solinas e l’ha confermato, con un post molto corto ma chiaro, il sindaco Paolo Truzzu. Risultato? Lunedì in città non riapriranno parrucchieri ed estetisti. Con la salute, ovviamente, non si scherza: se l’indice Rt non dà la possibilità di ripartire, bisogna attendere. Forse qualche giorno, forse direttamente il diciotto maggio o il primo giugno prossimo, in quest’ultimo caso come prevede il Governo Conte. Ma, nemmeno tanto a margine, c’è la delusione, mista ad amarezza e rabbia, di barbieri ed estetiste che si trovano, dopo due mesi, ancora fermi. A casa. E senza un centesimo d’incasso. Tra loro c’era chi sarebbe stato pronto a ripartire sin da lunedì prossimo e chi, invece, sarebbe ritornato a far entrare clienti nel proprio salone nel corso della settimana. Adesso, invece, regna solo l’incertezza.

“Certo, se non ci fanno riaprire per motivi di sicurezza è capibile, col Coronavirus non si scherza”, esordisce Patrizia Montis, estetista, salone in piazza Cambosu: “Siamo però stremati. Io non ho ancora visto i seicento euro del bonus del Governo, e nemmeno gli ottocento previsti a maggio. Non voglio indebitarmi per sopravvivere, lavoro da sette anni e, anche se per lunedì 11 non ce l’avrei fatta a riaprire, sarebbe stata comunque questione di giorni. Le spese per la sanificazione e la protezione sono tante, perchè il Governo non ci aiuta?”, chiede la 39enne. “Sarò costretta ad aumentare i prezzi di alcuni trattamenti, non manicure o pedicure, ma uno o due euro in più per trattamenti viso e corpo dovrò metterli in conto”. Deluso e arrabbiato anche Giuseppe Mascia, titolare di una barberia in via Monti: “Ero pronto a riaprire, da lunedì pomeriggio. Ho già comprato mascherine, visiere, mantelline monouso e pure lampade speciali per la sanificazione, spendendo oltre 500 euro, mangiandomi quindi tutto il bonus ricevuto”, sostiene il 45enne, “mi salva solo il fatto che il locale sia di proprietà. È dura non poter tornare al lavoro, ho già tre pagine di agenda riempite dei nomi di clienti che hanno già prenotato. Sino a quando sarà possibile non aumenterò i prezzi”, spiega, riferendosi ai costi maggiori per ogni “servizio” legati alle nuove regole da seguire per evitare possibili casi di contagio da Covid-19, “però non nego che potrei essere costretto a rivedere un po’ le tariffe”.


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