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Da un anno e mezzo la “bestia” è ritornata a devastarle la vita. Lucia Fenu, cagliaritana di sessantacinque anni, ex medico oggi in pensione, combatte però contro il cancro da tredici lunghi anni. Da ottobre dell’anno scorso è ritornata tra i corridoi di quell’ospedale Oncologico tanto grande quanto, da tempo, “casa” di tantissime lamentele da parte dei pazienti. Dieci giorni fa la denuncia del sindacato Uil, legata alle “dieci ore di attesa per fare la chemioterapia”. Giovedì scorso, invece, alla sessantacinquenne è andata meglio, se così si può dire: “Sono arrivata alle otto del mattino, mezz’ora dopo avevo già finito di fare i prelievi e mi hanno fatto fare la terapia della chemio alle sedici. Sono andata via alle diciotto, dopo esser rimasta buttata per otto ore su quelle sedie scomodissime a fissare con lo sguardo il display con i numeri dei turni, assurdo”, dice la Fenu, che ha inviato un messaggio di protesta alla nostra redazione via WhatsApp al 3807476085.
“Vado una volta ogni tre settimane, le attese sono sempre estenuanti. La prossima volta chiederò di potermi sdraiare un pochino sopra un letto, anche se so che non è possibile perchè, tra l’altro, bisogna sempre stare attenti al tabellone con i numeri per non perdere il proprio turno. Lancio un appello a tutta la politica sarda, in particolar modo all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. Perchè non viene a visitare l’Oncologico? Noterà sicuramente tutte queste situazioni che, per noi malati, sono più che allucinanti”.