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Ennesima protesta dei lavoratori a rischio licenziamento del Porto Canale di Cagliari, in marcia da viale La Plaia al Consiglio regionale di via Roma. Bandiere, fischietti e tanta, tanta rabbia. I portuali si trovano in bilico, i 210 lavoratori della Cict si trovano a dover fare i conti con lo spettro delle lettere di licenziamento: la società ha già cilomunicato di voler abbandonare lo scalo cagliaritano, e centinaia di famiglie rischiano di ritrovarsi, dall’oggi al domani, senza più uno stipendio. Accanto ai lavoratori Cgil, Cisl e Uil: il clima è tesissimo, soprattutto dopo che la soprintendenza ha confermato l’esistenza del vincolo su una porzione di Giorgino che, decenni fa, era una spiaggia, col Governo nazionale che, almeno sinora, ha risposto picche. Le richieste alla Giunta regionale e al presidente Christian Solinas sono quelle degli ultimi mesi: sì alla cassa integrazione ma “a tempo”, cioè inserita in un percorso di rilancio di tutto il Porto Canale, e dialogo costante con i ministeri dello Sviluppo Economico e quello “speciale” per il Sud.