Cagliari, la rabbia degli stomizzati: “Dopo gli interventi al Brotzu mandati a casa e abbandonati”

I letti? Scarseggiano anche nel più grosso ospedale sardo. Lorena Porceddu: “Dopo le operazioni subito a casa senza supporti, per le visite dobbiamo ancora aspettare per colpa del Covid: vivere così, per noi stomizzati, non è semplice”


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Gli interventi? Fatti nei tempi, magari per le visite di controllo si possono migliorare i tempi di attesa. Ma il problema principale, per gli stomizzati sardi che sono passati per il Brotzu, arriva dopo essere usciti dalla sala operatoria. “C’è carenza di posti letto”, dice Lorena Porceddu. 43 anni, stomizzata, è la presidentessa dell’associazione A.I. Stom. Anche lei, insieme agli altri sardi costretti a vivere con una sacchetta attaccata al proprio corpo, stanno vivendo nell’emergenza: “Gli interventi sono ripartiti, anche più numerosi rispetto al passato e questa non è una bella notizia, vuol dire che stanno aumentando i malati di stomia. Il problema arriva dopo le operazioni. Veniamo rimandati subito a casa, ed è lì che dobbiamo stare e sperare che non ci siano altri problemi. Come associazione garantiamo, per quanto ci è possibile, assistenza ai nostri cinquanta iscritti, ma vivere così, per noi stomizzati, è davvero difficile, siamo abbandonati. Le visite sono ancora un po’ rallentate, al Brotzu, per colpa ancora del Covid. Ma la mancanza di posti letto per la degenza completa post intervento non è un qualcosa di positivo, i rischi legati alla salute sono elevati”.
Una situazione, quella degli stomizzati sardi, che trova sponda anche in Gianfranco Angioni dell’Usb: “C’era il progetto di creare un ambulatorio per la gestione degli stomizzati, ma la sua apertura è ancora nel limbo. È l’ennesima criticità che si vive al Brotzu”.


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