Un altro incidente, l’ennesimo. Lunedì mattina una Fiat Panda ha perso il controllo all’altezza della curva tra viale La Plaia e via Riva di Ponente, schiantandosi contro il muro che separa la carreggiata dal centro sportivo del Dopolavoro Ferroviario. Il muretto è stato sfondato, fortunatamente senza conseguenze gravi per le persone, ma l’episodio riaccende i riflettori su un tratto stradale da tempo considerato ad altissimo rischio. “È inaccettabile aspettare che si verifichi l’ennesima tragedia per mettere in sicurezza una strada così pericolosa”, dichiara Matteo Casula, proprietario del centro sportivo. Le sue richieste di intervento alle istituzioni si susseguono da anni, ma sono rimaste finora senza risposta. L’impianto si trova proprio alla fine di viale La Plaia, dove la strada compie un’ampia curva priva di segnaletica orizzontale adeguata, in cui due anni fa morì un uomo che si apprestava ad attraversare la strada. E da allora, nulla è cambiato. “Tra soci e frequentatori, la nostra struttura accoglie circa cento persone al giorno – spiega Casula –. È necessaria la presenza di un dissuasore all’altezza del distributore. C’è un albero attorno al quale le persone girano come se fosse una rotatoria: la realizzazione vera e propria di una rotatoria ridurrebbe di molto i rischi”. Il pericolo è evidente a chiunque percorra quotidianamente quel tratto: le auto sfrecciano a velocità elevata, e non ci sono strumenti efficaci per limitarla. “Non è presente nessun dispositivo che rallenti i veicoli, nonostante le ripetute richieste alle autorità competenti”, ribadisce Casula. “Purtroppo – aggiunge con amarezza – abbiamo perso un po’ le speranze”.