Il “no” è chiaro, urlato per l’ennesima volta: “Non ci sono aree idonee in Sardegna per piazzare pale eoliche o per distruggere il territorio con progetti che arricchiscono solo le multinazionali”. In duemila l’hanno voluto ribadire sfilando da piazza dei Centomila sin sotto il Consiglio regionale. Sono arrivati un po’ da tutta l’Isola, supportati anche da vari sindaci: tra la gente comune c’erano anche la prima cittadina di Fonni, Daniela Falconi, e quello di Paulilatino, Domenico Gallus, a riprova che la protesta non ha un colore politico unico ma, anzi, li abbraccia tutti. I partecipanti hanno scandito slogan ben chiari dopo avere raggiunto il capoluogo sardo da Villacidro, Orgosolo, Alghero, dal Campidano alla Barbagia sino ad arrivare alla Gallura. Come si può ascoltare nelle video interviste realizzate lungo il corteo, c’è chi preme perchè il parco eolico di Villacidro (una pala già piazzata) venga stralciato totalmente, chi attacca i “potenti del vento. A noi sardi non serve energia in più, non ci guadagniamo nulla e si arricchiscono, con le pale eoliche, solo i grandi potenti internazionali”.
Qualcun altro ha ricordato l’articolo 9 della Costituzione italiana, “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, seguito da un “speriamo” aggiunto con lo spray. Il serpentone è arrivato sin sotto le finestre del Consiglio regionale. C’è anche chi ha ammesso che “tanti progetti risalgono alla Giunta Solinas, ma la Todde ora può e deve bloccarli tutti”. La presidente della Regione è la più tirata in ballo nella delicata vicenda dell’eolico: “Una devastazione”, a detta dei manifestanti, “che va fermata. Proprio come il Tyrrhenian Link”, cioè il mega cavo sottomarino di Terna, uno dei progetti che ha già avuto tutti i via libera, con i primi interventi già in corso e la speranza di chi è contrario che, in qualunque modo, possano essere bloccati.