Stringe forte forte la sua cagnolina, Sabry, 14 anni e, purtroppo, con alcuni tumori che risultano “inoperabili”, Fabrizio Congiu, cinquantenne cagliaritano. In via Manno, centralissima via dello shopping, da qualche settimana è stato notato dai commercianti, qualcuno ha anche lanciato una raccolta speciale sui social per aiutarlo. Chiede l’elemosina, il 50enne, testa bassa e mascherina sempre insoddata Invalido, “la gamba sinistra mi è stata ricostruita dopo che, a undici anni, era stata schiacciata da un bus in piazza Yenne”, poi un’altra sventura durante la gioventù, “andavo a caccia con mio padre e gli era partita una fucilata che mi aveva raggiunto alla faccia”. Negli anni, solo qualche lavoretto saltuario, ma nessuna certezza. A parte “una piccola pensione di invalidità, 290 euro al mese, che percepivo sino a sei anni fa”. E poi? “E poi mi hanno chiamato per una visita medica, siccome avevo perso molti chili hanno detto che il mio peso non gravava più sull’arto lesionato”. Risultato? Addio sussidio. Da tempo Congiu vive “in una camera piccolina, me la stava pagando il Comune ma, da diversi mesi, ha smesso. Sto pagando il proprietario con i soldi del reddito di cittadinanza, prendo 500 euro al mese e una mensilità costa 320 euro. Sto sopravvivendo, non posso togliermi nessuno sfizio. Scarpe nuove o un abito decente”, queste le sue priorità, irrealizzabili perchè “non ne ho la capacità materiale”, cioè mancano i soldi: “La Caritas c’è ma non ci sono le mie taglie, ho 49 di piede”. Qualcuno, durante l’intervista, lascia delle monete davanti al suo zaino, dove c’è appeso un cartello: “Abbiamo serio bisogno di aiuto per poter sopravvivere, grazie”.
Pensa a lui e anche alla sua cagnolina, Fabrizio Congiu: “Ha le sue esigenze, purtroppo ha dei tumori che non si possono operare”, racconta, sconsolato, guardando la sua unica compagna di vita. “Vorrei capire come poter riavere la mia pensione, sei anni senza quella di invalidità non è poco. Sto cercando di sopravvivere in modo dignitoso, anche se restando qui sto buttando, in parte la mia dignità, ma è sempre meglio che andare a rubare. La mia casa comunale in via Podgora è stata sfondata e occupata, il Comune non ha mai messo il portoncino blindato che era previsto. L’Inps, poi, mi ha spedito due lettere per una visita con la quale potrei riavere la mia pensione. Una è datata 19 luglio e l’altra ventotto ottobre: le ho ricevute venerdì scorso dall’assistente sociale, l’indirizzo era sbagliato nonostante avessi comunicato quello nuovo”. L’appello di Congiu è sin troppo chiaro: “Chi può mi aiuti a riavere tutti i miei diritti”.