Cagliari, guerra ai marchi contraffatti: “Non uccidete il commercio”

Confcommercio e Regione in campo contro il commercio abusivo


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Dati allarmanti sul commercio abusivo in Sardegna, secondo i dati forniti oggi da Confcommercio fa registrare un ‘fatturato’ che va dai 2,7 ai 4,5 miliardi all’anno. I settori più colpiti sono quelli dell’abbigliamento e dei prodotti alimentari, farmaceutici, la compravendita di oggetti preziosi, e la macellazione clandestina. Nella giornata nazionale contro l’abusivismo e la contraffazione, Confcommercio fa una stima del settore di vendite irregolari secondo cui sono i circoli privati, le sagre, le feste locali, e le fiere, i luoghi dove si svolgono attività commerciali “non sempre regolari”, ma anche nelle strutture ricettive, e nell’intermediazione immobiliare. “Spesso c’è una scarsa conoscenza del fenomeno – ha spiegato il presidente regionale di Confcommercio, Agostino Cicalo’ – e il nostro ruolo è quello di farci parte attiva nell’opera di prevenzione e repressione”. “Anche a Cagliari  – ha detto Giancarlo Deidda, presidente di Confcommercio Cagliari – è necessario far crescere la consapevolezza che quando si acquista un prodotto falsificato o si ingerisce un prodotto alimentare in un contesto non idoneo, non si fa soltanto un danno al commerciante ma lo si fa a sé stessi e alla collettività. La strada indicata oggi rientra in percorso che Confcommercio Cagliari ha già avviato con le associazioni dei consumatori”.

Sulla stessa lunghezza d’onda ilgovernatore Ugo Cappellacci: “In una fase difficile per la nostra economia, le nostre imprese pagano un prezzo alto alla crisi. Ciò vale in particolare per un’isola dove i costi di produzione sono più elevati rispetto ad altre realtà. Per uscire dalla crisi e affrontare la sfida della globalizzazione stiamo puntando su fattori non delocalizzabili, su ciò che si può trovare in Sardegna e non in altri luoghi. Per questo la lotta all’abusivismo e alla contraffazione devono essere una priorità per tutti gli attori del sistema. La qualità della vita che proponiamo, nelle sue varie forme, ai mercati internazionali, non può essere sostituita da una “non qualità” derivante dal fenomeno della contraffazione, della falsificazione e dell’abusivismo. Al danno diretto causato al nostro mercato si somma un effetto a catena che si riverbera su tutto il sistema economico, con effetti negativi anche sul piano occupazionale. Le imprese sane hanno bisogno di non essere più ostacolate perché un sistema burocratizzato, sottoposto ad una pressione fiscale eccessivo rappresenta un terreno fertile per coloro i quali vanno alla ricerca di scorciatoie illegali. La Regione condivide la necessità di un’armonizzazione delle diverse fonti normative. Sulla scia del protocollo siglato con le Forze dell’Ordine e con i sindaci dell’area vasta e la Prefettura, riteniamo che si debba proseguire il cammino intrapreso su scala regionale”.


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