Cagliari, giallo di Mattia Ennas: “Bruciata l’auto dei proprietari delle telecamere che filmarono tutto”

“Sono state bruciate due Fiat Punto e una di queste macchine è della famiglia delle persone che avevano le telecamere di sorveglianza che hanno filmato tutto il fatto di Mattia Ennas. Potrebbe non c’entrare nulla. Ma perché delle persone sono andate a incendiare due auto uguali? Per me è un reato su commissione”. E spunta una nuova parte di video sugli ultimi istanti della vita di Mattia


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Cagliari, giallo di Mattia Ennas: “Bruciata l’auto dei proprietari delle telecamere che filmarono tutto”. Così Gianfranco Piscitelli, legale della famiglia Ennas che cerca la verità sulla morte del giovane di Quartu misteriosamente precipitato da un palazzo di Mulinu Becciu un anno e mezzo fa.

Oggi un nuovo inquietante episodio potrebbe riallacciarsi alle indagini sulla morte del ragazzo: due auto in fiamme nel cortile condominiale prospiciente a quello in cui Mattia trovò la morte

“Potrebbe essere un caso, però c’è da riflettere”, spiega Piscitelli, “a parte il fatto che si tratta del cortile prospiciente a quello dove cadde Mattia, per poter arrivare a queste auto si accede da un passo carraio, qualcuno è penetrato nel cortile per incendiare le auto. I vandali di solito scelgono auto in sosta e non vanno ad entrare in una proprietà privata. Le mie considerazioni sono queste: sono state bruciate due Fiat Punto e una di queste macchine è della famiglia delle persone che avevano le telecamere di sorveglianza che hanno filmato tutto il fatto di Mattia Ennas. Potrebbe non c’entrare nulla. Ma perché delle persone sono andate a incendiare due auto uguali? Questo per la mia esperienza sembrerebbe un reato su commissione.

Ricordo che solo qualche mese fa la macchina della mamma di Mattia ha subito atti vandalici, e lei stessa è stata aggredita sul luogo di lavoro da persone che avevano a che fare con Mulinu Becciu”.

Piscitelli parla poi di un nuovo video dove si vede Mattia arrivare da via Deliperi. “Mattia entra nel palazzo io credo che qualcuno gli abbia aperto la porta a me hanno dichiarato che il portone doveva essere stato aperto da qualcuno. Cosa sia successo nan è dato sapere. Di sicuro Mattia non aveva alcuna tendenza al suicidio. E’ da escludere al 100 %”.

 

 

Riascoltate qui l’intervista a Gianfranco Piscitelli del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu

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