Cagliari, i funerali silenziosi del commercio a San Benedetto: strage di chiusure

La “maledizione” della crisi azzanna mortalmente anche uno tra i rioni più benestanti della città: addio per sempre a parrucchieri, tappezzieri, verdurai e galleristi. Nelle strade prevale il grigio delle serrande abbassate. E i titolari in lacrime sono costretti a licenziare, dall’oggi al domani, i 40enni


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A ricercare la causa principale si perde solo tempo, basta una parola: crisi. Che, nel rione di San Benedetto, ha tanti “figli”: attrazioni inesistenti, parcheggi per chi non abita nel quartiere col contagocce, tasse quasi lunari. È il triste valzer delle serrande abbassate, dei maxi cartelli dove si legge, a caratteri cubitali, “cessata attività”. I tempi felici degli anni Novanta e dei primi del Duemila sono ormai ricoperti dalla polvere e dalla disperazione. In via Cocco Ortu, dopo quasi mezzo secolo e un cambio di gestione, chiude per sempre un negozio specializzato in stoffe, tende e biancheria. La titolare, Gabriella Loddo, 64 anni, alza bandiera bianca dopo diciotto anni: “Non ce la faccio più, il quartiere è morto. Mi dispiace anche perché perde il lavoro la mia unica commessa, che sta per compiere quarant’anni”. Basta girare l’angolo, e in via Lai continua a staccare i quadri dalle pareti Diana Di Dionisio, alla guida di una galleria d’arte: “Un po’ per l’età e un po’ per la crisi: tra i problemi del rione c’è quello delle strisce blu, sono troppe. Non lascio l’attività ai miei figli perché negli ultimi anni le vendite sono crollate. Spero di trovare qualcuno che affitti il locale”.
La passeggiata nel “nuovo” nulla che è rappresentato dalle serrande abbassate prosegue: in via Foscolo non c’è più da mesi un negozio di frutta e verdura, il titolare si è trasferito addirittura a San Michele. Spariscono 4 parrucchieri tra via Costa e via Ferracciu, un locale che per anni ha ospitato vestiti per bambini attende di essere affittato da almeno quattro anni in via Pintor, stessa strada nella quale non c’è più un centro di assistenza e riparazione di computer. Buchi su buchi di un commercio che, mentre nell’hinterland si continuano ad aprire maxi catene di negozi, in pieno centro esala gli ultimi respiri.


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