Cagliari, falsi contratti di lavoro a centinaia di bengalesi irregolari: 5 arresti

Due anni di indagine da parte di squadra mobile e Digos, stroncata un’organizzazione criminale: “A capo c’era il referente della comunità bengalese cagliaritana, coinvolte 196 persone tra cui ventotto sardi. Tra i corrotti anche componenti della commissione per le pratiche di soggiorno”. Ecco tutti i dettagli e i nomi


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Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e permanenza in Italia in condizione di illegalità. Queste le accuse con le quali sono finite in manette cinque persone, all’interno di una maxi operazione che ha visto 198 denunciati, ventotto dei quali italiani. A capo di tutto c’era Abu Salam, 42enne residente in via Dettori, esponente apicale della comunità bengalese cagliaritana. A finire nelle maglie delle giustizia anche altri due connazionali e un sardo di 55 anni, Massimo Canu. Le indagini di squadra mobile e Digos si sono intrecciate, nel tempo, e hanno permesso di stringere le manette ai polsi di Sasanka Kundu, nato in Bangladesh nel 1981, Alauddin Md, bengalese di 33 anni e Asad Mola, di 34 anni. La banda era riuscita, in cambio di soldi, a far arrivare nel capoluogo sardo centinaia di bengalesi irregolari – provenienti anche da altre città italiane – facendogli ottenere contratti di lavoro grazie alla complicità di titolari di appartamenti e di falsi datori, oltre al foglio di permesso di soggiorno.

 

Ed è proprio sul rilascio degli attestati che si incrociano le indagini di squadra mobile e Digos: quest’ultima ha infatti appurato il coinvolgimento di Pier Paolo Farci e Francesco Alessi, entrambi segretari della commissione territoriale per il riconoscimento del diritto della protezione internazionale. Grazie a dei soldi ottenuti sottobanco, dichiaravano che il riconoscimento della protezione per diritti umanitari aveva ottenuto un esito positivo. Tornando all’arrivo di centinaia di extracomunitari irregolari bengalesi, gli investigatori hanno stimato un giro d’affari, a persona, che variava dai 500 ai seimila euro. Le operazioni non sono ancora concluse, gli agenti sono sulle tracce di altre tre persone, al momento irreperibili.


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