Cagliari, ex asilo di via Serbariu: tra siringhe e spazzatura aspettando le case popolari

L’immobile dovrà essere demolito e al suo posto sorgeranno 16 appartamenti comunali. Ma in attesa dei lavori “lo stabile viene utilizzato quotidianamente da senzatetto, disperati e tossicodipendenti, coi giardini ridotti ad una vera e propria discarica a cielo aperto”, accusa il consigliere Sorgia


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Tutti aspettano che l’ex asilo si trasformi in alloggi popolari. Me nel frattempo lo stabile, chiuso da anni, è diventato un pericolante ricovero di senzatetto e tossicodipendenti col giardino colmo di spazzatura e rifiuti. Il caso in aula grazie a un’interrogazione del consigliere comunale del gruppo misto Alessandro Sorgia.

L’amministrazione comunale ha deciso di riqualificare l’ex asilo tra via Serbariu e Baudi Carlo di Vesme, a pochi passi dal colle di San Michele. L’immobile dovrà essere demolito e al suo posto sorgeranno 16 appartamenti comunali su due scale con giardini e parcheggi sotterranei.

Ma, aspettando i lavori, l’ex asilo si trova attualmente in uno stato di degrado e totale abbandono e a dispetto dei cartelli affissi da questa amministrazione comunale, nei quali si evidenziano tra gli altri i pericoli di crollo, e nonostante il divieto di ingresso, “lo stabile viene utilizzato quotidianamente da senzatetto, disperati e tossicodipendenti”, accusa Sorgia, “coi giardini ridotti ad una vera e propria discarica a cielo aperto, con rifiuti di vario genere e siringhe in quantità industriale.

I cittadini della zona sono stufi da troppo tempo dello spettacolo indecoroso al quale sono costretti ad assistere e, in segno di protesta, hanno modificato i cartelli comunali da “E’ severamente vietato l’ingresso” a “Non è severamente vietato l’ingresso”. Anche perché, denuncia il consigliere, il portone relativo all’ingresso principale risulta essere aperto, e per di più  nelle ringhiere è presente un vasto squarcio che permette di poter entrare ed uscire senza alcuna difficoltà.

Sorgia chiede un intervento alla giunta e chiede il perché sul ritardo dei lavori

 


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