Cagliari, ecco i pensionati in ginocchio: “Addio medicine e visite, cerchiamo il cibo in offerta nei mercatini”

Hanno deciso di metterci la faccia, gli anziani strangolati dagli aumenti e con pensioni da fame. Maria Erdas, 77 anni: “700 euro al mese e in casa ho due nipoti con lavori precari e il loro figlio. Diabetica e con dolori alle braccia, mi visiteranno quando sarò morta”. Eliana Manca, 71 anni: “Addio integratori, dovrò essere operata di cataratta e una sola visita mi è costata 70 euro. Rinuncio al cinema e alla parrucchiera, cerco frutta e verdura in offerta al mercatino di Sant’Elia”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Settecento o 1110 euro di pensione? A Cagliari non bastano più per vivere, ed è una notizia con la “n” maiuscola. Aumenti ovunque, i pensionati costretti a stringere sempre di più la cinghia e in ginocchio tra rinunce costanti. Non solo a possibili frivolezze o “vizi”, ma soprattutto a cure e cibo. E Casteddu Online ha deciso di raccogliere le loro storie, pubblicamente, perchè il tempo per i proclami sembra davvero essere finito: serve un taglio immediato dei prezzi, i pochi centesimi di sconto sulla benzina per chi deve curarsi e mangiare ha l’effetto di un soffio. Maria Erdas ha 77 anni, nella vita ha fatto “sempre lavori saltuari, non ho mai avuto un mio reddito”. Vedova da qualche anno, la sua unica entrata sono “700 euro al mese, la pensione di reversibilità di mio marito. È tutto aumentato, ho familiari da accudire e addirittura olio e pasta sono diventati carissimi”, racconta, dalla sua casa comunale che le costa una cifra tutt’altro che esorbitante, alla voce affitto. Ma è una goccia in un oceano di disperazione: “Ieri ho pagato il ticket per delle medicine che prendo regolarmente perchè sono diabetica e ho altre patologie: 15 euro, è molto per la pensione che mi arriva”. L’anziana sta anche accudendo dei parenti in difficoltà: “Ospito la famiglia di mia nipote: madre e padre hanno un lavoro precario, c’è anche il loro figlio di 15 anni. Ci stiamo affaticando in una maniera allucinante per andare avanti”. Rinunce? “Sì, per tutto. Devo anche seguire una sorella invalida e attualmente ricoverata, poi ho altri nipoti che hanno perso il lavoro per colpa della pandemia. Sto rinunciando a curarmi”, ammette la Erdas, “non sto più facendo controlli. Ho forti dolori alle ossa e alle braccia, ho bisogno di specialisti ma non posso pagarli e, prenotando, la visita è tra un anno, quando sarò morta. Risparmiamo anche sugli alimentari, un pacco di pasta è raddoppiato”, per non parlare dei rincari “del pane”.
Ha sei anni in meno ma gli stessi disagi di Maria Erdas anche Eliana Manca, residente nel rione cagliaritano di Mulinu Becciu: “Bollette del telefono, della luce e del gas, tutto aumentato. Prendo 1100 euro al mese di pensione, ho sempre fatto la casalinga, la moglie e la mamma”. Anche lei vedova, gli unici denari sono quelli che, per legge, le spettano in seguito alla morte del marito: “Prima riuscivo a mettere qualcosa da parte, a fine mese, ora no. Ho dovuto pagare settanta euro per una visita oculistica, dovrò essere operata per una cataratta. Prendevo qualche integratore, mi aiutavano un po’. Ora li sto lasciando, costano anche 20 o 25 euro”. Un’enormità, visto il boom dei prezzi, per la pensionata: “Preferisco pagarmi le bollette”, sostiene. Anche se si capisce che, più che una preferenza, è un triste obbligo, l’alternativa è vivere al buio e senza il fuoco per i fornelli. Fornelli sopra i quali la settantunenne mette sempre meno pietanze. Tagli sulla spesa per avere cibo? “Sì. Cerco di aggiustarmi, sono sola e un po’ me la cavo”, precisa, “la domenica vado al mercatino di Sant’Elia e risparmio molto per la frutta e la verdura. Ci andavo anche in passato, ma ora di più”. Un altro segno inequivocabile della crisi: “Vado ancora nei market, ma andare al mercatino mi serve anche per distrarmi e vedere gente, la solitudine è troppo brutta. Lì vedo i prezzi, guardo se ci sono offerte e ne approfitto”. Alla sua età, il massimo sarebbe poter fare la spesa nel supermercato più vicino alla sua abitazione. Ma la donna, un po’ per risparmiare e un po’ per “respirare”, macina tanti chilometri: “La casa, per fortuna, è mia”. Unica piccola gioia dei tempi neri che si stanno vivendo, niente affitto da pagare: “Ma per arrivare a fine mese faccio tante rinunce: non vado più al cinema e vado molto meno dalla parrucchiera rispetto al passato”. Un dramma anche legato alla socialità che viene limitata, quindi. Solo parzialmente, almeno nel suo caso: “Frequento l’Associazione per i diritti degli anziani, mi fanno fare ginnastica”. E poter fare esercizi fisici alla sua età, tra l’altro senza dover spendere, “è un toccasana”.


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