“Per non farlo salire ci vuole una fucilata in faccia”. Sono queste le parole, agghiaccianti e folli, pronunciate da un autista fuori servizio del Ctm a bordo della linea M, che collega Cagliari con Monserrato, rivolte a un collaboratore scolastico. disabile 57enne, Valter Cocco, in carrozella dal 1986 e titolare di legge 104 in stato di gravità. L’uomo, con una grave disabilità che lo costringe a spostarsi in sedia a rotelle o sui mini scooter elettrici realizzati per i diversamente abili, ha raccontato pubblicamente quanto gli è capitato lo scorso venticinque luglio, con un video realizzato dal consigliere comunale Marcello Polastri: “Erano le 17:20 e mi trovavo in via Bacaredda, dove c’è una fermata predisposta per disabili. Sotto quarantadue gradi ho fatto un cenno con la mano all’autista. È sceso dal bus un suo collega che si è messo a urlare”. Il dipendente dell’azienda di trasporti avrebbe detto, davanti ai passeggeri inorriditi, a Cocco, con toni forti, che “lei non si deve mettere qui”, mentre stava abbassando la pedana. “Mi ha detto che dovevo usare l’Amicobus”, cioè un pullmino dedicato ai disabili, “ma io salgo dove voglio perchè ho l’abbonamento. Lui mi ha risposto che se fossi risalito mi avrebbe buttato giù dal pullman e che, per non farmi salire, sarebbe servita una fucilata in faccia”. A quel punto, Valter Cocco risponde a tono e si difende: “Questo non me lo deve dire”. Dopo tre fermate, in corrispondenza del deposito del Ctm di viale Ciusa, il dipendente-autista è sceso: “Ma, prima di andarsene, ha detto al collega alla guida ‘buona fortuna con questo pazzo'”. Il sessantenne non ha trattenuto le lacrime: “Non si può dire ad un disabile che soffre che gli vuoi sparare in faccia”. Il motivo? Le misure della carrozzella, ritenuta troppo grande dall’autista.
Valter Cocco, col supporto di qualche testimone, ha scritto una email di reclamo al Ctm: “Ho parlato con presidente e direttore generale, sono entrambi dispiaciuti e mi hanno chiesto scusa a nome di tutto il Ctm, promettendomi che fatti simili non sarebbero più accaduti”. Invece, dopo tre giorni, stessa scena: “Ero a Pirri, alla fermata del bus. Come ho visto che alla guida del pullman c’era chi mi aveva minacciato mi sono ‘ghiacciato’. Ha iniziato ancora ad urlare e me ne sono andato. Questa persone non deve parlare male a noi disabili ma dovrebbe aiutarci. Non è colpa mia se non riesco a stare dritto sopra i mezzi di trasporto del Ctm, quasi tutti i sedili sono rotti”. Il consigliere Polastri ha espresso “piena solidarietà, certe cose non vanno taciute o occultate. Il Ctm ha chiesto scusa, ma basta?”. E dall’azienda, dal canto loro, fanno sapere che “sull’episodio riportato il Ctm è estremamente rammaricato da quanto riportato dal signor Cocco. Il presidente Carlo Andrea Arba e il direttore generale Bruno Useli si sono scusati personalmente con lui, assicurandogli che verranno presi tutti i provvedimenti affinché simili episodi non possano verificarsi in futuro. Ci preme sottolineare che Ctm è molto attento a garantire l’accessibilità alle persone con disabilità, e per tutto il personale è di grande importanza che un singolo episodio non getti un’ombra sull’impegno che vengono portati avanti quotidianamente per offrire un servizio sempre di qualità e di attenzione verso i passeggeri, in particolar modo ai passeggeri con disabilità. Infatti Ctm ha particolarmente a cuore l’accessibilità e lavora per un continuo miglioramento del servizio, con corsi di formazione specifici per il nostro personale viaggiante”.










