Cagliari, chiude anche il ristorante S’Incungiu: “Il Coronavirus ha fatto un’altra vittima”

Serrande abbassate nel ristorante-pizzeria di via Caprera, aperto da solo un anno. L’amarezza del titolare: “Ce l’abbiamo messa tutta, forse è colpa di un sistema inadeguato che impone regole insostenibili: ormai la scelta è irrevocabile”


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Altre serrande che si abbassano, a Cagliari, dopo i mesi di lockdown per Coronavirus. In via Caprera, all’interno dell’area “famosa” anche per il maxi multipiano, finisce l’avventura imprenditoriale della pizzeria ristorante S’Incungiu. Il taglio del nastro era avvenuto appena un anno fa, a maggio 2019. Lì, in quei metri quadri, oltre a pranzi e cene erano stati organizzati anche eventi sociali: “Abbiamo fatto tante presentazioni di libri .Tante associazioni culturali hanno organizzato corsi di disegno, lezioni sulle launeddas e tantissime di altro di vario genere. Abbiamo dato spazio a varie comunità di extracomunitari da quella filippina, a quella del Kirghizistan e quella Indiana con la presenza dell’ambasciatrice Indiana, Un insieme di tante razze e religioni. Un’esplosione di colori e di cultura, una lotta ordinata e rispettosa all’emarginazione e al razzismo, al rispetto dell’ambiente e di chi lavora, un dialogo continuo per mangiare più sano e respirare un aria più pulita cercando di avere un mare meno inquinato. Imparare a donare e a fare qualcosa per la comunità e per chi non ha avuto le stesse nostre possibilità! Poi tanti progetti in itinere”, così scrive, su Facebook, Stefano Lai, nell’annunciare la chiusura del locale:”Il Coronavirus ha fatto un’altra vittima, o forse un sistema già inadeguato che impone regole insostenibili. In ogni caso ormai la scelta è irrevocabile il ristorante pizzeria e sala eventi S’Incungiu non lo riapriremo più”.

“Questa pandemia non ci ha dato scampo, ci ha ucciso, o perlomeno ha ucciso il nostro progetto. Ci vuole ben altro per sterminarci. A me ha dato quasi il colpo di grazia”. Lai poi fa dei riferimenti ad altre vicende imprenditoriali del passato, e poi ritorna sul tema della chiusura di S’Incungiu ringraziando “di cuore Luigi Dedoni che, nonostante tutte le bugie e le infamità che gli hanno raccontato, si è basato su quello che vedeva. Li dove tutti mi hanno chiuso la porta in faccia, li dove qualcuno ha approfittato delle mie difficoltà per prendermi tutto quello che avevo e che mi era rimasto lui mi ha teso la mano e mi ha fatto risentire vivo. Lui non lo sa ma forse mi ha salvato anche la vita, perché quando passi quello che ho passato io è un attimo pensare a fare fesserie irrimediabili. Per fortuna quei tempi sono passati e quello che non ci uccide di fortifica, diceva Friedrich Nietzsche. Troverò altri progetti su cui buttarmi per cercare di dare il mio contributo al territorio. Proprio a fronte di questo vissuto continua sempre con più forza il lavoro con Comunità Impresa, associazione di imprenditori che nasce proprio da supporto per far si che le aziende non vengano abbandonate. Grazie anche all’aiuto e a un’importante collaborazione con Imprenditore Non Sei Solo. In conclusione, grazie a chi mi ha aiutato, ascoltato, incoraggiato e sostenuto, grazie anche a chi mi ha insultato e a chi mi ha fatto lo sgambetto e ha cercato di danneggiarmi, perché mi ha aiutato a diventare più forte e determinato. Un giorno una persona mi definì un marziano, non è male come concetto”.


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