Cagliari, blitz notturno al centro di Solidarietà: “Metodi autoritari contro i più poveri”

Arriva in consiglio comunale la vicenda del blitz notturno nella struttura di viale Sant’Ignazio. Sorgia: “I punti da chiarire: che fine faranno i bisognosi? Che ne sarà della struttura dopo i lavori? E c’era bisogno di svegliare gli occupanti, compresi i malati e gli anziani, dopo la mezzanotte?”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Chiusura del centro di Solidarietà il caso in consiglio comunale. Alessandro Sorgia, consigliere del gruppo misto, ha presentato un’interrogazione urgente per discutere della chiusura, per lavori urgenti, della struttura di viale Sant’Ignazio. Il Centro di Accoglienza Comunale della Solidarietà “Giovanni Paolo II” di via Sant’Ignazio ospita da circa 14 anni un centinaio di persone, individui senza fissa dimora e in difficoltà tra disoccupati, papà separati, disabili psichiatrici, ex tossicodipendenti ed ex detenuti.

In tutti questi anni il Centro, grazie all’opera di Caritas e delle associazioni Ozanam, Donne al traguardo e dei Frati Cappuccini, ha sviluppato un clima di accoglienza umana e di solidarietà tra le persone che hanno utilizzato i relativi servizi come la mensa e il dormitorio. Ed è l’unica struttura di questo tipo in tutta la città di Cagliari.

Da qualche mese paventata la chiusura del Centro al fine di poter procedere ad urgenti lavori di restauro, e si vocifera da più parti che alla fine dei quali lo stabile probabilmente finirà in mano all’Università di Cagliari. Le persone del centro di accoglienza alloggiate dovranno abbandonare l’edificio e saranno smistate in varie strutture e altre abitazioni sparse per la città, assieme a loro una ventina di  lavoratori della Caritas e delle Associazioni Ozanam e Donne al traguardo “che hanno curato con profitto gli ospiti in tutti questi anni e con i quali si era creato un indispensabile clima sereno ed importante punto di riferimento che oggi purtroppo viene a mancare”, sottolinea Sorgia, che aggiunge “lo scorso sabato notte intorno alle ore 24.30 gli ospiti mentre dormivano sono stati svegliati dai vigili urbani per notificare a ciascuno di loro una lettera che intimava l’abbandono dell’immobile entro e non oltre il 28 settembre p.v., Il blitz notturno rappresenta una drammatica vicenda che ha riguardato persone fragili e malate che attendevano da tanto tempo di avere una casa e il sostegno necessario. L’accoglienza riservata e il metodo autoritario utilizzato sarebbe stato maggiormente rispondente a pericolosi delinquenti e non, come in questo caso, nei confronti di persone povere e sofferenti mentali con evidenti gravi difficoltà. Del centinaio di ospiti presenti all’interno del Centro”, prosegue, “solo una minima parte ha accettato le soluzioni prospettate, e ciò la dice lunga sulla qualità ed efficacia delle proposte effettuate, gli ospiti lamentano come non sia stato formulato loro, da parte dei servizi sociali, alcun progetto personalizzato, ma semplicemente l’indicazione di trasferimento in luoghi individuati dagli stessi servizi sociali. Tali destinazioni non sarebbero gradite dagli stessi ospiti in quanto alcuni di essi ritenuti poco dignitosi; Parrebbe inoltre che, tale sistemazione, peraltro non molto chiara, avrebbe la durata di soli tre mesi senza, quindi, alcuna prospettiva futura di accoglienza personalizzata;

In alcune soluzioni gli spazi risultano limitati rispetto alle reali necessità ed occorre porsi il problema che chi dovrà essere assegnato in abitazioni private non si capisce come  farà a mantenersi, tenendo conto della precaria situazione di povertà che oggi sta conquistando frange sociali che fino a qualche decennio fa erano considerate al sicuro”

Sorgia chiede al primo cittadino: le motivazioni del metodo autoritario utilizzato e riservato a tutti gli ospiti del Centro di Accoglienza da parte dei vigili urbani, mediante il blitz notturno di qualche giorno fa, quali siano gli intendimenti della Giunta circa le alternative relative ai progetti personalizzati che sono stati proposti a tutti gli ospiti del Centro di Accoglienza, quale utilizzo dello stabile dopo i lavori di manutenzione, (compreso il servizio mensa istituito presso lo stesso Centro).  E che fine faranno la moltitudine di arredi, peraltro utili alla prosecuzione del servizio di accoglienza in futuro, di proprietà delle associazioni, impossibilitate a depositare tali arredi in altri luoghi ne di poter effettuare a proprie spese alcun tipo di trasloco, e chi si occuperà dei poveri della città di Cagliari?


In questo articolo: