Video rimbalzati da una chat all’altra, e non certo di prodezze dei calciatori o di “imprese assurde” svolte dal “youtuber” di turno. No: nei cellulari “governati” dai ragazzini di tredici anni di Cagliari, spesso e purtroppo, girano filmati pornografici. Scene esplicite di sesso viste e riviste, condivise e ri-condivise con i compagni e gli amici. E, a volte, le scene sono cruente perchè i “protagonisti” sono bambini. Passa tutto per la rete e per i social più famosi: in città sono decine i casi riscontrati dalla polizia postale nell’ultimo anno. Un “orrore” certificato da denunce fatte da genitori che, un bel giorno, hanno deciso di controllare il cellulare del figlio o della figlia, e dalle indagini svolte dagli agenti della struttura di via Simeto. A dirigere le operazioni c’è Fracesco Greco. Cinquantuno anni, è il dirigente della Polpost cagliaritana: “C’è una diffusione di video pornografici anche tra i tredicenni e i quattordicenni. Molti non si rendono conto che stanno commettendo un reato molto grave. Anche se uno ha quattordici anni è penalmente perseguibile, e per i più piccoli scatta la segnalazione alla Procura”. Ma come fanno ad averli? “Li scaricano dalla rete e li condividono nei gruppi”, a detta loro “per scherzo”. Altro che scherzo: “Non si rendono conto di ciò che fanno, c’è anche la diffusione del sexting”, ovvero “video di minorenni, girati ai loro compagnetti e postati sui social, con gravi conseguenze per le vittime”.
Bene, cioè male. Di chi è la colpa? Dei genitori poco attenti? Greco è netto: “Diciamo sempre ai genitori di tenere sotto controllo i telefonini dei figli, spesso sottovalutano i pericoli”. Insomma, sembrano essere finiti i tempi nei quali il massimo del divertimento era “inviare messaggi agli amici”. E, quando arrivano le denunce, i poliziotti non possono fare altro che indagare. E le “scuse” dei ragazzini, quelle sì, sono sin troppo classiche: “Ci dicono che pensavano che fosse uno scherzo, dimostrando di non comprendere la gravità delle loro azione”. E, dal punto di vista penale, le conseguenze sono “pesanti. Può scattare la denuncia e tutti i problemi, anche di natura civile, per i loro genitori”.










