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C’è anche una seconda grande emergenza che riguarda gli adolescenti sui social sotto gli occhi dell’Osservatorio Cybercrime della Sardegna. Oltre a comportamenti relativi all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti e alcol pubblicati come se nulla fosse sui social, c’è un altro mostro molto diffuso ma di cui si parla ancora troppo poco: si chiama “revenge porn” per gli addetti ai lavori . Gli adolescenti lo chiamo “smerding”: ovvero pubblicare e diffondere foto e video intimi di ex fidanzate per vendetta.
I casi più inquietanti agli occhi degli osservatori riguardano proprio questo fenomeno: adolescenti che si vendicano delle ex fidanzate diffondendo foto intime e portandole così a una vera e propria gogna mediatica. Utilizzano gruppi What’s App oppure bot di Telegram per pubblicare foto, numero di cellulare e il link del profilo della vittima che verrà presa di mira. La ragazza viene così attaccata per il gusto di oltraggiarla, come purtroppo raccontano spesso le cronache.
“Questi sono i casi che ci danno maggior preoccupazione- spiega il responsabile dell’Osservatorio Dottor Luca Pisano- adolescenti che poi corrono il rischio di gesti autolesivi molto gravi. Ecco perché ancora più del solito i genitori dovrebbero vigilare sull’attività virtuale dei figli, con particolare attenzione ai maschi.”
Il fenomeno del bullismo in sè è molto presente anche in Sardegna, in una classe di 20 studenti, dai due a quattro, possono subire atti di feroci di questo tipo.
Guardando agli ultimi allarmanti casi di violenza a scuola contro i professori da parte di adolescenti, il dottor Pisano è perentorio: non è assolutamente bullismo qui si parla di criminalità. E’ un reato. In Sardegna ha notizie di fenomeni del genere? “Ci è capitato una volta un ragazzo con un atteggiamento molto irriverente nei confronti di un professore, ma mai casi così gravi come quello di Lucca.”