Il reddito di cittadinanza scomparirà tra tredici mesi. Stop al sussidio nel 2024, l’anno prossimo solo otto mesi di paga garantita a chi non può lavorare, gli altri dovranno rimboccarsi le maniche. È la decisione del Governo Meloni, che garantirà percorsi e corsi di reinserimento lavorativo per chi ha incassato il bonus ma può svolgere questa o quella occupazione. Il netto cambio di rotta rispetto agli ultimi anni colpisce, ovviamente, chi il reddito lo ha ancora e chi è impegnato a cercare di farselo rinnovare. Omero Portas, cagliaritano di 61 anni, si arrangia facendo lavoretti in nero: “Ho preso il reddito di cittadinanza dal 2020 sino allo scorso mese di giugno. Se capita lavoro, ma in nero e devo andarci per forza. Ogni tanto qualcuno mi aiuta ma non è facile stare in questa situazione”. Un passato da antiquario, prima della disoccupazione. Il bonus non gli è stato rinnovato “per via dei miei precedenti penali, si sono accorti all’improvviso che non erano passati dieci anni dal mio ultimo reato”. Un errore, quindi, uno dei tanti: “Non pago l’affitto, mi sono dovuto rivolgere al Comune. Rischiavo di finire per strada, ora vivo in una stanza. Lo stop al reddito? Non doveva esistere, chi è abile lo devi mettere a lavorare e non prendere sussidi, c’è tante gente che vive così, ma personalmente non voglio vivere di elemosine. Datemi un posto di lavoro. Nel 2023 sono disposto a seguire i corsi previsti per rientrare nel mondo del lavoro. L’avevo già fatto nel 2018, andando alla fiera e proponendomi”. Ma non era arrivato nessun contratto. “Voglio tornare a vivere, noi poveri siamo sempre stati tagliati fuori”.
Gian Nicola Sainas, grazie a due anni di reddito di cittadinanza, ha potuto pagarsi i corsi di scuola guida: “Presto avrò tutte le patenti per poter lavorare, spero di fare l’autista. Conosco tante persone che, a differenza mia, hanno preso il bonus e continuano a prenderlo senza averne diritto, c’è addirittura chi ha case e appartamenti. Perchè non sono mai stati fatti controlli seri?”, attacca Sainas, che a quarantotto anni sta cercando di rimettersi in gioco: “Io dovevo riceverlo perchè da tanti anni non avevo un’occupazione. Non so se finalmente i controlli ai furbetti saranno efficaci, spero vivamente di sì. E Giorgia Meloni faccia fare dei controlli, seri e costanti, sui contratti che vengono stipulati. C’è chi dovrebbe prendere 1400 euro ma, alla fine, ne prende solo ottocento. Mi sono dato tanto da fare per avere un futuro migliore”. E non manca, comunque, un attacco all’intera classe politica: “Pensino anche a tagliarsi i loro vitalizi, ci sono parlamentari che fanno solo qualche mese di attività e che hanno una pensione garantita”.











