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Pochi giorni fa è finita in rianimazione, una crisi che ha colmato con un quantitativo enorme di pasticche, prescritte per sedare i mostri che opprimono la sua mente. Il lento risveglio, sempre affianco a lei la mamma che, da anni, combatte contro il male psichiatrico della ragazza e la necessità che venga affidata a cure mirate, precise, costanti in maniera tale da individuare il percorso da seguire. La strada da percorrere, quella dritta, senza salite e strapiombi che potrebbero farla precipitare per sempre. “Fino a quando riuscirà nel suo intento”. Ama la vita, la odia, i “mostri” la tormentano: un incubo reale, purtroppo, per Anastasia e la sua mamma coraggio che, con il cuore gonfio di dolore nel vedere la sua piccola soffrire così tanto, non si arrende alla disperazione ma continua a urlare e a chiedere alle istituzioni di inserire la ragazza in una struttura adeguata che le consenta di essere seguita nello specifico. “Qui in Sardegna non c’è un reparto simile, ma in Italia si, lo abbiamo trovato. Non mi spaventa andare lontano, l’ho già fatto tante volte per lei. Purtroppo, ancora oggi, non si sa niente a riguardo”. E allora, dal reparto di psichiatria del Santissima Trinità, dove Anastasia è ancora ricoverata dopo aver lasciato la rianimazione, parte l’ennesima richiesta per salvare la ragazza: un percorso per giungere a un punto di partenza, per vivere in serenità, con una stabilità. Una stabilità per mettere in pista una ragazza che ha mille potenzialità, deve solo trovare la sua strada, quella di un equilibrio, con un lavoro di squadra per compensare dove è in eccesso e in difetto, una terapia compensativa, insomma, associata a un percorso psicologico adeguato, costante e tenace, mirato.