Cagliari, 8 dicembre di crisi per i commercianti: “L’extra cashback? Non l’ha chiesto nessuno”

Poche vendite nel primo giorno del Natale 2020 segnato dal Covid, nelle vie dello shopping tante mani senza buste: “Anno orribile, affari crollati: rendere sino a 150 euro per chi ne spende 1500 è inutile, il Governo pensi a premiarci per i sacrifici che abbiamo fatto”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Le mani? Più vuote che piene, nelle vie dello shopping di Cagliari, nell’otto dicembre 2020 segnato dall’emergenza Covid. Addio ai fasti del passato, con la crisi legata al virus la ripresa sarà lunga e, anche se qualche negoziante abbozza un mezzo sorriso, sotto la linea del totale il saldo è negativo. Non solo in questi primi giorni dell’ultimo mese dell’anno, doveroso precisarlo: la pandemia ha sfiancato tutti e, tra nuovi poveri e famiglie in difficoltà, l’eco della disperazione si spande anche tra via Garibaldi, piazza Costituzione e via Manno. I negozi saranno aperti, sino alla Vigilia, dalle dieci alle venti, domani il Comune presenterà un calendario di iniziative “ristretto” proprio a causa del Covid. Le luminarie ci sono, ma sembrano essere finiti anche i tempi nei quali il luccichio delle luci poteva fare da “volano” per gli acquisti. Forse, la prima vera boccata d’ossigeno potrà arrivare tra i giorni più vicini al 25 dicembre e tutto il mese di gennaio 2021. Per il momento, regna una sensazione di “stallo” tra chi vende abbigliamento, gioielli e borse nelle strade principali del capoluogo sardo.

 

Luigi Corongiu, da decenni, gestisce un negozio di abbigliamento in via Manno: “Il flusso dei clienti che acquistano è molto lento. Il cashback? Sinora non ho ricevuto nessuna richiesta, probabilmente, siccome è un’iniziativa nuova, qualche richiesta nei prossimi giorni potrà arrivare. Le persone sono ancora distratte dall’idea regalo, per il momento stanno guardando, controllando, facendo le loro scelte”, afferma. E, sullo sfondo, c’è la crisi: “È stato un 2020 drammatico, perdite sull’ordine del trenta per cento, un calo pesantissimo che non si può reggere per un altro anno. Ristori? Ho ricevuto dal Governo i seicento euro, come tutti. Se riuscissimo a dare un suggerimento noi, al Governo, sarebbe quello di risolvere tutti i problemi, ma nessuno ha la bacchetta magica. Ho dovuto rinunciare sulle forniture, molte aziende non hanno riaperto, c’è stata una mancanza di merce del trenta per cento. Cashback salvagente per il Natale? No, potrebbe essere un aiutino”. Molto critico anche Paolo Angius, presidente onorario del consorzio “Strada facendo” e titolare di una valigeria: “Stamattina ho visto un buon flusso di persone, siamo speranzosi che continui, soprattutto ordinato e disciplinato”. Sinora, quindi, prevale la speranza, in attesa della concretezza: “Nessuna richiesta pervenuta per l’extra cashback”, sostiene Angius, “riteniamo che sia una cosa ininfluente rispetto alle vendite. Serve a poco, va ancora una volta, probabilmente, a colpire e omaggiare le persone che hanno grandi possibilità di spesa, bisognava pensare alle fasce meno abbienti e non ai soliti noti che hanno molti soldi in tasca. In quanti si possono permettere, oggi, di spendere 1500 euro per vedersene restituiti 150? È già stato fatto in altre nazioni ed è fallito, non ha portato niente di più e niente di meno alle casse di commercianti”. E, intanto, “ci hanno fatto spendere 1500 euro per fare le nuove casse, collegate all’Ufficio delle entrate, e ora scopriamo che non vanno bene per la lotteria degli scontrini. Quindi, per l’implementazione, dobbiamo spendere altri 400 euro. Ma qui, quand’è che cominciamo a guadagnare? Questo Stato, invece di premiarci per tutti i sacrifici che stiamo facendo, ci fa fare ancora altre spese. Basta, non ne possiamo più”, tuona Angius. “È evidente che, nel commercio, tutto ciò che viene lasciato non può essere recuperato. Due mesi e mezzo di chiusura totale e altri tre di vendite rallentate, portano il segno nero alle nostre attività. Siamo fiduciosi per il futuro e molto positivi”.