Appuntamento questa sera alle 19 nel Corso con “Corpi che suonano”. Ci saranno 60 ragazzi delle scuole di cagliari (liceo siotto, liceo dettori, coro giovanile chorus fabbrica) che canteranno e realizzeranno coreografie di body percussione suonando il proprio corpo. Tante teste diverse, cuori desideranti, progetti chissà quanti, diverse visioni del mondo, preoccupazioni, opposti motivi di gioia, e tutto diventa un’unica volontà, espressa dalla musica di corpi che suonano in questo o quel brano da eseguire. Un’unica volontà momentanea, dura il tempo della esibizione, ma non per questo meno potente.
Si arriva da mille strade diverse (slalomando tra scuola sport lavoro famiglia vita quotidiana e ritagliando al coro uno spazio di priorità) e si riparte per mille strade diverse. Ogni santa prova. Per arrivare a quella unità momentanea (o almeno all’approssimazione di quella unità) che per qualche motivo riscalda il cuore e l’animo. Non è che tutti i momenti ci si mette a fare l’analisi psicoanalitica del perché il cuore ci si riscalda. Ma lo si sente. E quindi lo si vuole risentire. Caparbiamente, anche quando sembra allontanarsi.
E’ la musica. O meglio, più precisamente, è la musica che si fa insieme. Voci che cantano, corpi che suonano. Insieme. E in quell”insieme’ c’è un mondo. Accordarsi, rinunciare alla prima fila, oppure avere il coraggio di andarci, lavorare per non portarsi via nessun manufatto di proprietà ma un bene comune del tutto intangibile, aspettare il proprio turno senza sgomitare, avere pazienza, coltivare l’idea che tutti è meglio di uno.
La bellezza di questo modo di stare insieme, l’esemplarità di questo modo di stare insieme che per qualche momento ci sottrae all’individualismo cui normalmente ci alleniamo, è il motivo per cui Studium Canticum fa coro. In Omaggio al XX secolo proveremo come sempre a mostrare questa bellezza, e ad invitare chi volesse sperimentarla ad unirsi a noi.
Per questo abbiamo scelto di aprire Omaggio al XX secolo con Corpi che suonano, una occasione di incontro in cui i protagonisti siano i cori giovanili, in particolare scolastici. Perché ci pare un bellissimo segnale, da incoraggiare, che la scuola comprenda che il far coro non è una attività collaterale rispetto alla formazione, che si può magari esonerare da una interrogazione per un giorno la settimana perché il cambio non è sfavorevole. E ci pare importante anche far sì che i giovani siano sempre più attori musicali aiutandoci con la loro energia a creare l’utopia di un mondo in cui non sia per forza la competizione e il premio a motivare il tempo impiegato a creare qualcosa di grande, insieme, ma il desiderio di esserci e di farlo.












