Troppo estesa quell’area Sin perimetrata dalla Regione: il Consorzio industriale provinciale di Cagliari chiede di rivedere i vincoli che paralizzano lo sviluppo della zona di Macchiareddu.
Il Cacip è pronto a dare vita a una campagna di caratterizzazione del suolo nelle aree industriali di Macchiareddu e Sarroch. Il progetto costerà 315mila euro e, specie nella zona di Macchiareddu – che con i suoi 8.800 ettari rappresenta la seconda zona Sin più estesa d’Italia dopo Taranto- permetterà di vendere con più facilità i lotti di terreno già caratterizzati e metterli a disposizione delle imprese. Un vantaggio anche per gli acquirenti, che entreranno in possesso di aree già caratterizzate, abbattendo i tempi di presa di possesso del lotto.
Il Consorzio ha trasmesso al ministero dell’Ambiente la proposta di piano di indagine relativa alle aree da caratterizzare, che è stata approvata dopo la Conferenza di servizi istruttoria. Già bandita anche la gara d’appalto per l’esecuzione dei lavori.
“La zona Sin tracciata dalla Regione nel 2011 è troppo estesa, in quel perimetro sono comprese anche aree che non sono mai state interessate dalla presenza industriale – spiega il presidente del Cacip, Salvatore Mattana – , è necessario ridefinirne i confini. L’obiettivo di questo piano di caratterizzazione è quello di liberare dai vincoli eccessivamente restrittivi l’attività delle imprese: basti pensare che oggi nella zona di Macchiareddu, solo per posizionare un serbatoio dell’acqua è necessario produrre un piano di caratterizzazione.
Già individuate le aree in cui verranno effettuati i carotaggi e le modalità di intervento. “Le analisi verranno effettuate nell’area della piccola e media industria di Sarroch, a Macchiareddu, invece, lungo la dorsale consortile, nei pressi del termovalorizzatore e della stazione di compostaggio – spiega Mattana – , i risultati verranno poi validati dall’Arpas che effettuerà sondaggi a campione nelle zone esaminate. Oggi caratterizzare l’intera zona di Macchiareddu significherebbe spendere oltre 40 milioni di euro: una spesa folle e inutile, visto che, dal 2010 sino ad oggi, l’Arpas ha effettuato ben 500 sondaggi”.












