E’ bufera sulla stretta del governo che nel primo decreto del primo consiglio dei ministri che si è tenuto ieri ha approvato una norma anti rave che prevede fino a 6 anni di carcere. “Ci siamo allineati alle normative europee”, ha assicurato la premier Meloni che però non ha convinto il centrosinistra che va all’attacco su tutta la linea. A partire dal segretario dem Enrico Letta che ritiene la norma pericolosa perché mette a rischio la libertà dei cittadini. Per il leader dei 5 stelle Conte è una decisione “raccapricciante, una norma da stato di polizia”. Un clima infuocato anche dalle indiscrezioni sul dietro le quinte del consiglio dei ministri: pare infatti che il ministro dell’Interno Piantedosi volesse introdurre l’autorizzazione a intercettazioni telefoniche e delle chat dei ragazzi, frenato dal vicepremier e ministro degli Esteri Tajani.
Intanto, per provare a gettare acqua sul fuoco, fonti del Viminale fanno sapere che la norma anti rave interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”.
Il decreto prevede la reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10mila euro e si procede d’ufficio “se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”. In più, in caso si condanna, vi è la “confisca obbligatoria dei mezzi che vengono utilizzati per organizzare l’evento”. La sola partecipazione, e dunque il non far parte dell’organizzazione, riduce la pena.
“Non voglio dare impressione che l’Italia sia una nazione dove si può delinquere”, ha detto ancora Meloni, proprio nelle ore in cui si stava sgomberando il rave nel modenese, circa 3.500 ragazzi che stavano occupando un capannone.












