Anche il Microcitemico di Cagliari nella bufera: i lavoratori non ci stanno a veder liquidato il futuro dell’ospedale “in due righe di una legge sbagliata” e si preparano alla mobilitazione. Non solo: quella al Microcitemico è solo l’inizio di una protesta più ampia, che si estenderà ad altri ospedali e sfocerà quasi certamente in una giornata di sciopero generale.
I lavoratori e le lavoratrici del Microcitemico di Cagliari sono dunque pronti alla mobilitazione contro i contenuti del disegno di legge che in due righe liquida il futuro dell’ospedale affidandolo a un nuovo, ennesimo, cambio di casacca: il malcontento è emerso nell’assemblea convocata oggi dalla Fp Cgil di Cagliari.
Ancora una volta il sindacato ribadisce, come ha già fatto nel corso della Commissione regionale Sanità e stamattina davanti agli esponenti politici presenti, che una nuova riforma non serve e che modificare ancora una volta i perimetri delle aziende rischia persino di peggiorare l’attuale collasso del sistema sanitario. Così come non serve potenziare Ares e, al contrario, le sue funzioni vanno restituite alle Asl.
Sostanzialmente, la Cgil smonta il testo dell’assessore Bartolazzi pezzo dopo pezzo perché non affronta le emergenze, non risolve i problemi dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno purtroppo si scontrano con un servizio sanitario inadeguato al punto che il 13,7 per cento dei sardi rinuncia alle cure. I problemi sono le liste d’attesa, la carenza di operatori sanitari, posti letto, medici di famiglia, pediatri, l’assenza di una rete territoriale che restituisca a tutti, nei centri urbani come in tutte le aree interne o più periferiche, l’accessibilità alle cure: è qui che occorre intervenire con interventi concreti e mirati, ripartendo da una programmazione che è in capo all’assessorato alla Sanità a cui spetta dare indirizzi precisi sui quali poi misurare i risultati. Oltretutto, la Cgil ricorda che in campagna elettorale l’attuale maggioranza aveva promesso interventi mirati, quelli che il sindacato continua a rivendicare, e non certo una nuova riforma che sposta ancora più in là la risoluzione dei problemi.
Ecco perché la mobilitazione dal Microcitemico si allargherà inevitabilmente alle altre strutture ospedaliere in sofferenza, a Cagliari come nel resto della Sardegna, senza escludere uno sciopero generale “per far capire a questa Giunta, al Consiglio regionale, alle forze politiche, che occorre cambiare passo, che non solo devono confrontarsi ma devono anche ascoltare cioè che gli viene detto da chi, quotidianamente, vive e registra i disagi in tutte le corsie degli ospedali come in tutte le strutture e le realtà deputate a garantire il diritto alla salute che oggi è sostanzialmente negato”, sottolinea ancora una volta il sindacato.