Ospedale Brotzu, laboratorio analisi nel caos. Situazione da incubo, quella denunciata oggi da Attilio Carta, segretario della Uil-Fpl: “Abbiamo ricevuto l’ennesima denuncia da parte del personale del servizio in oggetto che, oltre “all’accorpamento” improvvisato del 1° luglio u.s., lamenta, da tale data, il crescente stato di frustrazione professionale all’interno del più grande Laboratorio Analisi Biomediche della Città e non solo.
Dove è andato a finire il tanto decantato accorpamento di tutti i Laboratori dei presidi ospedalieri Businco, Microcitemico e S.Michele in un unica ed efficace struttura operativa di elevata professionalità all’insegna dell’ottimizzazione delle risorse sia strumentali che professionali?
Dove è andata a finire la sbandierata puntuale ricognizione di tutte le realtà strumentali e umane dei tre presidi al fine di razionalizzarne, in modo trasparente e condiviso, il loro ottimale utilizzo?
Un operazione piuttosto delicata in quanto era previsto l’accorpamento, a freddo, di realtà lavorative estremamente differenti per organizzazione e potenzialità lavorativa che necessitava obbligatoriamente di una dettagliata pianificazione strategica operativa invece totalmente inesistente.
Il 1° luglio scorso inaspettatamente, e senza il minimo coinvolgimento degli operatori interessati, si è infatti unicamente riversata nel Laboratorio Centrale una caterva di provette da analizzare in pieno periodo feriale: sovraccaricando pesantemente il già ridotto personale presente con tutti i conseguenti disagi e disservizi facilmente prevedibili.
Un autentico fallimento operativo e professionale oltre ché umano!
Ciò dovrebbe preoccuparci tutti: è altresì vero, infatti, che persistere nella mortificazione di coloro i quali con professionalità ultra trentennale, maturata in un quadro dirigenziale di alto livello, hanno contribuito al raggiungimento dei prestigiosi traguardi del Brotzu, sin dalla sua nascita, porterà inesorabilmente ad un irreversibile “degrado” operativo e professionale irresponsabilmente alimentato: con prevedibili ricadute sull’assistenza stessa. La dirigenza sa, o almeno dovrebbe sapere, che così non si va da nessuna parte.
Anziché preoccuparsi del clima lavorativo e dell’operatività di tutte le professionalità esistenti ci si attiva, con ingiustificata solerzia e incondivisibile superficialità, a negare i più elementari diritti contrattuali e licenziare validi professionisti, di esperienza ultra ventennale ed ad un tiro di schioppo dalla pensione.
Non è altresì condivisibile la frenesia con cui si vuol attivare, a tutti i costi da 1° maggio prossimo, turni di guardia notturna, senza la doverosa imparzialità, con personale operante da oltre trent’anni in settori differenti e dedicati, e senza l’obbligato specifico aggiornamento di durata non inferiore ai sei mesi. Un dirigente sa, o dovrebbe sapere, che la rotazione nei vari settori, per essere efficace, non può essere improvvisata.
Un dirigente dovrebbe pur sapere che il Tecnico di laboratorio è, per legge, un professionista e non un “badante” da usare all’occorrenza e che, sempre per legge, la responsabilità dei turni compete esclusivamente al coordinatore.
Al dirigente cui, oltre all’imparziale governance della struttura affidatagli, compete la responsabilità della prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, non può sfuggire la condizione di precarietà lavorativa in cui versa invece il più grande laboratorio analisi della città.
Tutto ciò non è più tollerabile ed il personale manifesterà, in tutte le sedi competenti, questo malessere non escludendo nessuna forma di lotta.











