I medici del Brotzu, il più grosso ospedale sardo, sono pronti a scioperare. In una sanità sarda ancora alle corde, dove certi “rombi di tuono” promessi sono rimasti solo sulla carta, con pazienti costretti a estenuanti attese prima di essere visitati o curati, ora protestano anche i dottori. Nel mirino le paghe, bassissime, e i dieci milioni promessi dalla Regione ma mai stanziati: “La segreteria aziendale CIMO dell’ARNAS Brotzu esprime forte preoccupazione e disagio per il mancato avvio della contrattazione aziendale decentrata e per la mancata soluzione del problema della disparità salariale con le altre aziende regionali. Tra i temi che suscitano maggiore preoccupazione vi è l’esiguità dei fondi aziendali della dirigenza sanitaria, a causa della quale il salario di risultato dei dipendenti del Brotzu è pari a circa un decimo dei colleghi di altre aziende”, afferma il presidente Emanuele Cabras. “Si chiede, pertanto, un impegno concreto del mondo politico e dell’Assessorato Regionale alla Sanità in particolare affinché trovi applicazione l’articolo 5 della legge regionale 1/2023 che stanziava le risorse per la soluzione del problema. In conseguenza delle mancate risposte fin qui avute, dichiara, pertanto, lo stato di agitazione e si riserva di intraprendere tutte le iniziative volte a proclamare una giornata di sciopero. La sanità, finita la fase degli angeli e degli eroi, deve tornare ad essere centrale nell’agenda di governo regionale. L’Arnas G. Brotzu assicura, in carenza di assistenza territoriale, prestazioni sanitarie oltre quelle ultra specialistiche proprie di un DEA di 2 livello, per un bacino d’utenza che spesso è regionale. Ciò nonostante il suo personale subisce una disparità di trattamento economico rispetto alle Aziende del SSR, un palese squilibrio che genera un forte malcontento”. Alla protesta si è aggiunta anche la Uil-Fpl, che da tanto tempo ha denunciato soprattutto la mancanza del tesoretto di dieci milioni.
“L’Azienda ha, già dal Dicembre del 2022, portato all’attenzione della Regione questa criticità. La differenza spropositata della produttività tra i medici dell’ARNAS e i colleghi delle altre Aziende del SSR si configura come una incresciosa disparità, soprattutto in considerazione del fatto che l’ARNAS, con la totalità delle sue risorse umane, si sta facendo carico dei pazienti che non trovano più assistenza nel territorio a causa, soprattutto, dell’indiscriminata chiusura dei reparti negli ospedali. Si tratta quindi di una asimmetria che coinvolge medici con la medesima qualifica ma non con gli stessi carichi di lavoro.
Immediatamente dopo l’insediamento della nuova Giunta Regionale è stata cura della Direzione dell’ARNAS far presente alla Presidente Alessandra Todde quale fosse lo stato di salute di un sistema aggredito da tante criticità, alcune delle quali si ripercuotono pesantemente sull’ARNAS e di cui la Direzione ha sempre sottolineato la gravità. Purtroppo la situazione non si è modificata.
Questo nonostante la svantaggiosa condizione subita dalla dirigenza medica dell’ARNAS, segnalata dalla Direzione in carica, sia stata più volte rilevata e criticata anche dalla politica. Effettivamente non si può essere indifferenti davanti a una tale disparità di trattamento già evidenziata da anni dall’Azienda e, in ultimo, dall’Onorevole Francesco Agus. Infatti, la legge Regionale 01/23 all’art 5 ha disposto “al fine di perequare i livelli medi procapite dei fondi contrattuali del personale, le aziende del SSR, previa autorizzazione rilasciata con deliberazione della Giunta Regionale adottata su proposta dell’Assessore alla sanità, possono rideterminare i fondi contrattuali del comparto e della dirigenza”. L’ARNAS auspica che l’Onorevole Francesco Agus, in qualità anche di componente della Commissione Sanità, fortemente sensibile all’argomento, possa farsi promotore e garante della tempestiva adozione della DGR autorizzativa dell’implementazione dei fondi contrattuali in attuazione della suddetta legge.
Nel contempo l’Azienda ha inviato alla Regione una richiesta di incontro urgente che vedrà la Direzione e le sigle sindacali della Dirigenza medica unite nel segnalare il malumore crescente dei professionisti che garantiscono l’assistenza anche tramite convenzioni “adottando” reparti delle altre aziende del sistema sanitario regionale sguarnite di personale. Infine si desidera precisare che la contrattazione integrativa è stata attivata, in particolare alcune tematiche previste contrattualmente sono state trattate e i relativi accordi sono stati sottoscritti anche dalle sigle sindacali. Per la contrattazione su altre materie attendiamo lo stanziamento delle risorse regionali, fondi che consentiranno all’azienda di attivarsi prontamente”.