Non c’è pace per l’ospedale cagliaritano. Via ai lavori di ristrutturazione del pronto soccorso per il Covid, che però non crea emergenza da tre anni. La denuncia di USB Sanità attraverso il referente regionale Gianfranco Angioni: ” Oltre al disastro siamo alla vergogna. I lavori che dovranno iniziare al pronto soccorso sono un altro tassello che dimostra un atteggiamento negligente verso la gravità della situazione che oramai è sotto gli occhi di tutti. È stata predisposta una riorganizzazione dei percorsi COVID una volta terminata l’emergenza. Ma cosa è stato fatto negli anni precedenti per prevenire la situazione attuale? E non parliamo solo di aspetti logistici; anche la situazione amministrativa è allarmante. Ad oggi non è stata ancora conclusa la contrattazione decentrata per garantire fasce e produttività, ed è evidente che non c’è nessun interesse ad incrementare l’ indennità di pronta disponibilità e dei vari istituti contrattuali. Come se non bastasse, non vengono riconosciuti i festivi infrasettimanali pregressi, se non previa sentenza del giudice, e il diritto al pasto non è garantito a tutti i turnisti, e nei giorni di chiusura della mensa. In aggiunta le verticalizzazioni (ampiamente richieste dall’ USB Sanità) per gli OSS, i cuochi, e tutto il personale tecnico ; restano un miraggio. Il miracolo della verticalizzazione si è compiuto solo per alcuni operatori del servizio del personale e a breve per alcuni operatori del servizio delle manutenzioni. Nel frattempo, nei reparti e nelle sale operatorie la situazione è tragica. La lista d’attesa per un intervento di cancro alla mammella e di oltre sessanta giorni. Per non parlare dei parcheggi riservati come privilegio ai Direttori, mentre per tutti i lavoratori centinaia di parcheggi vengono interdetti per il crollo delle pensiline marce. Per il resto, nessun passo indietro per la chiusura delle sale operatorie del Businco e l’ esternalizzazione del servizio della sterilizzazione. La speranza che l’amministrazione torni immediatamente sui propri passi e recepisca il grido di allarme che arriva da diversi fronti, chiudere le sale operatorie del Businco sarebbe mettere la parola fine al polo oncologico regionale”, conclude Gianfranco Angioni di Usb Sanità.