Bollette, aumenti del 120%: in Sardegna a rischio 20 mila imprese e 46 mila posti di lavoro. Il caro bollette sta diventando una variabile incontrollabile per imprese e famiglie che temono un vero e proprio virus che, non meno di quello più “conosciuto”, distrugge bilanci e redditività determinando, presumibilmente, per l’immediato futuro la scomparsa anticipata di migliaia di attività”. L’allarme è stato lanciato dalla Confesercenti di Cagliari.
“Nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo – l’ultimo in scadenza ad ottobre – In autunno si rischia letteralmente il collasso dell’interno sistema economico, conseguenza dell’effetto combinato dell’aumento dei costi aziendali, da una parte, e dal conseguente crollo dei consumi indotti dalla riduzione drastica dei budget famigliari, dall’altra”, dichiara Marco Medda.
Se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6 mila 700 euro per le bollette della luce, secondo le stime di Confesercenti, elaborate su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14 mila 740 euro. Un aumento del 120 % e un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal 4,9 % al 10,7%.
Secondo le stesse stime, allo stesso modo un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45 mila euro a 108 mila (+140 % con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi). Un esercizio di vicinato da 1.900 euro a 3.420 euro (+80 %), un ristorante da 13.500 euro a 29.700 euro (+120 %).
“Per le imprese è chiaramente impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti traslando sui prezzi di vendita gli interi importi”, aggiunge Medda, “anche perché all’aumento dei costi energetici vanno sommati quelli conseguenza indiretta di questi ultimi come trasporti, materie prime ecc… Il rischio è, quindi, che oltre il 20% delle imprese esca dal mercato; parliamo, per quanto riguarda l’isola, di circa 12mila imprese dei settori commercio e turismo, 6500 del settore artigianato, per un totale di circa 46mila addetti/posti di lavoro persi, un autentico disastro insomma. Occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare tutto questo. Dobbiamo sostenere le imprese che già durante la pandemia hanno pagato un conto troppo salato; e lo dobbiamo fare in modo energico, incisivo e soprattutto veloce.
Ed ecco le proposte. “A nostro avviso sarebbe necessario, in prima istanza, con opportuni interventi legislativi: rendere automatica la rateizzazione delle bollette; impedire ai fornitori, pubblico e privati, di procedere a slacci per morosità almeno sino al 31.12.2022; estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh) e aumentare significativamente la percentuale attuale (ad oggi 15% per l’energia e 25 per il gas) che in tutti i casi non dovrebbe essere inferiore all’extragettito generato da ogni singola utenza per effetto degli aumenti subiti negli ultimi 12 mesi, prorogare gli interventi sino ad oggi previsti (almeno fino al 31 dicembre 2022). Al tempo stesso, però, bisognerebbe mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire (con un bonus al 110% e/o contributi in conto capitale) gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita.
Da parte nostra ci siamo adoperati per richiedere all’amministrazione regionale, per il tramite del competente assessorato al commercio, turismo e artigianato, lo stanziamento di fondi specifici per favorire gli interventi di efficientamento energetico delle imprese che dovrebbero essere sostenuti e semplificati”.











