Cagliari, blitz all’una di notte dai bisognosi della Caritas: “Via tutti entro settembre”

“Ci hanno svegliato a notte fonda due pattuglie della polizia municipale”. Ecco il foglio di via del Comune per oltre 80 persone fragili (papà separati, senzatetto ed ex detenuti, ricoverati anche da 20 anni): “tutti fuori dall’ex Centro di solidarietà di viale Sant’Ignazio entro il 28 settembre”. Proposti percorsi alternativi


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“Si sono attaccato al campanello a notte fonda. Erano due pattuglie della polizia municipale, abbiamo pensato ad un incidente o a qualcosa di brutto. Invece era l’avviso di sfratto. Ma perché questi modi bruschi?”

Commentano così alcuni ospiti, e alcuni volontari, dell’ex Centro di Solidarietà di viale Sant’Ignazio. Nella notte tra venerdì e sabato sono stati svegliati nel cuore della notte dalla polizia municipale per la consegna e la firma di un documento dell’amministrazione comunale (firmato dalla dirigente dell’assessorato alle Politiche sociali Antonella Delle Donne) che ha bussato negli alloggi gestiti dai volontari di Caritas, Aquilone e Ozanam.

Il foglio (che qualcuno si è rifiutato di firmare) ricorda agli ospiti dell’ex Centro di Solidarietà (poco meno di un centinaio, tutte persone di estrema fragilità tra padri separati, ex detenuti, disagiati psichici, ex tossicodipendenti e senzatetto, alcune in viale Sant’Ignazio da 20 anni) che i locali dovranno essere liberati (da persone e cose) entro il 28 settembre per i lavori di restauro dell’immobile. Dopodiché l’accesso alla struttura sarà off limits. I trasferimenti sono già partiti da marzo. Ma un gruppo consistente di persone fragili, teme di lasciare la struttura.

“Noi abbiamo paura”, spiegano gli ospiti, “non sappiamo che fine faremo. Ci sono situazioni diverse.  Qualcuno ha problemi di salute e altri al posto del reddito chiedono la possibilità di avere un lavoretto col quale tirare a campare”.

Gli ospiti della struttura sono stati invitati a presentarsi (per ognuno è stato fissato un appuntamento) in assessorato per la ricerca di una sistemazione alternativa, anche nell’ambito del “Progetto amico tutor”, avviato dall’amministrazione, ma in caso di mancata adesione il Comune non potrà garantire all’ospite “un adeguato sostegno”.


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