di Antonello Pilia- istruttore minibasket
Sono dispiaciuto!
Il mio centro Minibasket ha perso un bambino, eta’ nove anni, motivazioni?
“Sai non voglio che mio figlio piccolo intraprenda lo stesso percorso del fratello più grande… (Allenato da me gli ultimi anni)”
“Sai il gruppo dove si allena mio figlio piccolo non potrà mai migliorare…sia perché lo alleni tu sia perché alcuni bambini non sono portati per il basket…quindi ho deciso di inserirlo in un gruppo più competitivo già da subito che gli permetta di crescere in una società che mi piace di più per come gioca ecc….”
Sapete perché sono dispiaciuto?
Fino al 2006 ho allenato come se non ci fosse un domani…sicuramente ero molto più duro con i ragazzi con il sistema con tutta una serie di situazioni legate alla mia passione più grande…la pallacanestro…poi dentro una stanza di ospedale un mio ex compagno di squadra diventato medico mi diede una terribile notizia “sai antonello tua madre ha un tumore benigno al cervello che ha provocato la cecità ad un occhio…dovrai lottare e stargli vicino” in quel momento la pallacanestro mi ha insegnato che le sfide vanno giocate fino all’ultimo secondo!
Sapete tutti come è andata a finire grazie a dio mia madre ha subito un intervento e da due anni e mezzo si sta godendo la sua bellissima nipotina ed è orgogliosa del suo figlio Che è riuscito a farsi una bella famiglia!
Da quella esperienza mi sono detto e se domani non ci fosse un domani, i ragazzi mi dovranno ricordare come un istruttore che gli ha regalato prima emozioni e poi tecnica, uno che gli ha regalato un sorriso, una felicità, una condivisione, stare bene con gli altri, non un tiro in sospensione perfetto oppure una chimica e circolazione di palla degna dei Lakers anni 80!
In 15 anni di carriera ho allenato una caterva di ragazzini, da due anni anche ragazzine…sapete quali giocatori ho perso…quelli che avevano dei genitori che decidevano per i figli…in che posizione dovevano giocare, che compagni dovevano avere per supportarli al meglio, che tipo di gioco sarebbe stato più funzionale per la squadra e per evidenziare le capacità del figlio, sempre pungendo sulle mie carenza nel non riuscire a coinvolgere il figlio nel modo giusto…peccato signori che i vostri figli forse volevano starci con Antonello!!!
Voi volete bene ai vostri figli, vero? Li avete educati al meglio delle vostre possibilità, avete insegnato loro cosa è giusto e cosa è sbagliato, vi siete tolti anche il pane di bocca per loro. Bravi. Bravissimi. Avete insegnato loro a ragionare con la propria testa e avete dato loro i mezzi per affrontare le intemperie della vita anche quando voi non ci sarete più. Ottimo, grandioso. Fateli respirare e vivere in autonomia! Voi dovete continuare a voler bene ai vostri figli, a essere per loro un sostegno, un punto di riferimento, ma piantatela di essere un ostacolo alla loro libertà. Nessuno metterà mai in dubbio le vostre buone intenzioni, ma c’è una bella differenza tra educare i figli e contagiarli con le vostre paure, o imporre la vostra scala di valori.Rendetevi conto che la strada che percorreranno sarà diversa dalla vostra, che lo vogliate o meno. Sono diversi da voi. Sono nati una generazione diversa, in una società diversa, in un contesto diverso. Non arriveranno mai alle vostre stesse conclusioni. Ma vi rendete conto che uno dei più grandi problemi dei vostri figli è essere all’altezza delle vostre aspettative? E dato che parliamo di aspettative, ditemi un po’: siete così contenti voi di com’è andata la vostra vita? Avete realizzato alla fine i vostri sogni, o avete scelto di chiuderli in qualche cassetto e di non pensarci più? I vostri figli vogliono essere lasciati liberi di camminare con le loro gambe, e di scegliere da soli la strada che li renderà felici, o forse no, ma almeno sarà la loro strada. Questo non vuol dire che vi vogliano escludere dalle loro vite, tutt’altro! Vogliono sapere che sarete presenti, che parteciperete come avete sempre fatto con una parola di avvertimento e una di conforto. Vogliono poter contare su di voi nei loro momenti di difficoltà. Vogliono credere che sentiranno la vostra voce dire: “Si, ce la farai!”, quando si troveranno di fronte al prossimo inevitabile ostacolo. Ma non possono farlo, se l’ostacolo siete voi!
Scusate se per voi che avete portato via un bambino l’ostacolo lo rappresentavo io…non pensavo che “insegnar male” a tirare una palla verso il cielo a 9 anni potesse tarpare le ali al vostro campione!










