La rinascita dopo la paura. La storia di Valeria Chiappetta, giovane mamma calabrese di 28 anni, ha colpito l’Italia intera. Tre ore d’inferno dopo che la sua piccola Sofia, nata il giorno prima, era stata rapita da una donna, Rosa Vespa, che si era finta un’infermiera della clinica Sacro Cuore di Cosenza. La donna era stata aiutata dal marito 43enne Aqua Moses. Valeria, che oggi è tornata a casa con la sua bambina, ha voluto ringraziare con un post social tutti coloro che l’hanno aiutata in quelle ore drammatiche. “Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell’Italia, vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi – scrive la 28enne. “Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze. Un’intera città, anzi Regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che Sofia sta bene. Grazie, grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti”. Un episodio davvero inquietante che si è concluso nel migliore dei modi grazie al lavoro eccellente delle forze dell’ordine e della Questura di Cosenza, che in pochissime ore ha rintracciato la casa dei rapitori e riportato la piccola fra le braccia dei suoi genitori. Secondo quanto emerso dalle indagini, Rosa Vespa e suo marito Aqua Moses, arrestati con l’accusa di sequestro di persona in concorso, avevano pianificato da tempo questo gesto scellerato. La donna infatti aveva simulato per mesi la gravidanza sui social e aveva anche annunciato la nascita del tanto atteso bimbo, un maschietto di nome Ansel. “Dopo tanta attesa, il nostro miracolo è arrivato! Alle 20:00 di oggi è nato Ansel. Mamma e papà ti amano”, scriveva la 51enne lo scorso 8 gennaio. Alla base del rapimento potrebbe esserci il desiderio ossessivo di maternità, fino a simulare la gravidanza e ad arrivare al reato commesso due sere fa.