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di Vanessa Usai
Nuove, sconcertanti rivelazioni emergono dopo la conclusione delle indagini per abusi sessuali che hanno portato la ex collaboratrice scolastica 64enne di Sestu Agnese Usai a togliersi la vita. Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Unione Sarda, la bambina oggetto delle presunte molestie da parte della bidella sarebbe inattendibile e il suo racconto contraddittorio: per il troppo tempo trascorso tra l’avvio delle indagini (due anni e mezzo fa) e la versione resa dalla piccola al giudice, e per il fatto che, nel suo resoconto, descriveva una persona diversa da quella sotto accusa. Agnese era una donna di 45 chili alta un metro e 50, con i capelli grigi e corti, mentre la bambina, che all’epoca dei presunti fatti aveva appena 4 anni, avrebbe descritto una persona con i capelli biondi e lunghi, di corporatura robusta e altezza medio alta.
A respingere la ricostruzione investigativa che, a breve, avrebbe portato Agnese a processo, sono i due avvocati della donna, convinti che gli elementi probatori fossero labili e che si sarebbe potuti arrivare all’archiviazione. Dubbi che oggi alimentano ulteriormente l’indignazione di chi alla colpevolezza di Agnese Usai non ha mai creduto: i suoi familiari, ma anche i concittadini, che fin da subito hanno difeso a spada tratta la ex bidella, che ha trascorso 40 anni della propria vita nelle scuole materne di Sestu, vedendo scorrere svariate generazioni. Chiedono che sia fatta giustizia, anche se così non sarà, perché la morte del reo estingue il reato. “Qualcuno deve pagare, troppo facile chiudere il processo”, commenta Pierpaolo. “In 40 anni di lavoro ci sarebbero stati altri casi, e poi una bambinetta cosa ne sa della pedofilia, magari l’ha solo aiutata a rimettersi a posto dopo essere andata al bagno”, afferma Monica. “E come faranno ora questi genitori a dormire, sapendo che la bugiardella ha causato la morte di questa donna”, si chiede Adriana. Nessuno crede alla versione dell’accusa, sebbene gli inquirenti abbiano ritenuto, pur con la prudenza del caso, che ci fossero elementi utili per andare a processo, ma ancora tutti da accertare.
E intanto è già decisa la data della fiaccolata organizzata da un gruppo di cittadini in ricordo di Agnese: si farà venerdì 25 maggio, alle 20,30. Perché se è vero che giustizia non sarà mai fatta in un’aula di tribunale, i sestesi la loro sentenza l’hanno già emessa: Agnese Usai è innocente.