di Jacopo Norfo
“Sì, anche io in prigione, perchè in questa Nazione se non vai in prigione non sei nessuno”…Edoardo Bennato, 71 anni sul palco e non sentirli, l’ultimo grande cantautore sulla scena, due ore di rock travolgente, ha incantato il pubblico sardo ieri sera a Benetutti con i suoi successi senza tempo. Canzoni che hanno la purissima magia di rimanere semplicemente sempre attuali, anche dopo 40 anni. Di fare il verso ai politici di turno forse perchè sono loro a non essere mai cambiati, insieme a un Bennato energico come non mai.
Il concerto si apre con il pezzo che vedete nel nostro VIDEO, “Abbi dubbi”, in una session da solo con armonica e tamburello a pedale che continua con le immortali “Sono solo canzonette” e “Il gatto e la volpe”. Sono le favole, ancora una volta, la perfetta metafora della realtà. “Non è amore la guerra della fede di chi è pronto a uccidere e morire per amore di Cristo o di Allah”, il pubblico applaude a scena aperta questo testo scritto 15 anni fa, quando il terrorismo islamico non esisteva ancora, e oggi quantomai al centro delle cronache.
Bennato è questo, un cantante che ha saputo anticipare il tempo ma anche fermarlo, “frizzarlo”, dimostrare che tutto passa ma niente cambia davvero. Si concede una parte tutta napoletana, rispolverando i brani del suo alter ego Joe Sarnataro, come “E’ asciuto pazzo o’padrone” dedicata a Maradona o un “Liev’e mano alloca” quasi inedito in versione live. Un concerto fortemente blues come la versione di “Signor censore”, uno dei brani che negli ultimi dieci anni ha dato grande significato al concetto della censura nei suoi concerti. In mezzo perle come “La luna”, Rinnegato, Notte di mezza estate, Mangiafuoco con lo show delle percussioni. E altre canzoni che hanno segnato l’infanzia e la crescita di tanti 45enni di oggi, come “La torre di Babele”, come “Meno male che adesso non c’è Nerone” censurata dalla Rai all’ultimo concertone del primo maggio.
Si sa che la memoria di questo concerto finirà lì, nella pagina Fb del “covo dei pirati” che in Sardegna ha in Lorenzo Sau il più grande appassionato della sua musica, lì come sempre in prima fila e a cantare e ballare insieme a un pubblico formato da quasi quattro generazioni. Ad ascoltarlo in piazza a Benetutti c’è un pubblico che varia dai bimbi di 5 anni, estasiati dal “Rock di Capitan Uncino” ai novantenni, che ricordano gli esordi ben scolpiti nella solita maglietta “Campi Flegrei 55”, nei soliti jeans, gli stessi di quando riempì per la prima volta gli stadi in Italia, da Sant’Elia a San Siro, negli anni Ottanta.
Bennato suona con una band che attualmente fa il miglior rock and roll in Italia, nella quale Giuseppe Scarpato alla chitarra e Roberto Perrone alla batteria sono due giganti. Non servirà Youtube per captare quanta energia sa ancora trasmettere con la sua armonica e con i suoi testi all’insegna dell’ironia ma basati su immensi valori. Gli anziani restano incantati da “La fata”, mentre il tema dell’immigrazione ha ispirato il suo nuovo album “Pronti a salpare”. “Liberatevi dalle inibizioni e ricordatevi…quello che sembra scontato..scontato non è!”, grida Edoardo mentre saluta il pubblico sardo nella solita rumba finale di “Nisida”. “Liberatevi dai pregiudizi”, canta e salta come un ragazzino perchè ancora tante favole incollate alla realtà sono lì, tutte da scrivere.













