Ancora un dualismo tra Cagliari e nord Sardegna per la nomina della nuova sede dell’Autorità Portuale.
Entro giovedì prossimo, 15 settembre, secondo la nuova legge sui porti, il presidente Pigliaru dovrà dare il suo parere al Ministero sulla sede dell’Autorità Portuale scegliendo tra Cagliari e Olbia e sul relativo presidente.
Altra opzione, come già adottata da molte Regioni, sarebbe la richiesta di una moratoria per tre anni prima di procedere all’accorpamento.
Per la sede, come detto, in corsa ci sono Cagliari che comprende Porto Foxi, Portoscuso e Portovesme, e Olbia con Santa Teresa, Porto Torres e Oristano. La legge prevede che la sede dell’unica Autorità Portuale dovrà esse un porto dentro l’autostrada del mare in cui Cagliari è compresa mentre Olbia no: basterebbe già questo quindi per escluderla come nuova sede.
Ancora, Cagliari è al terzo porto in Italia come movimento merci mentre Olbia è solo al 19 posto e il capoluogo della Sardegna vanta anche un traffico internazionale con petroliere e container con grandi possibilità di crescita.
Olbia come movimenti passeggeri nel 2015 con 3 milioni e 780 mila passeggeri è avanti al porto di Cagliari che ne ha segnati 524 mila. Ma questo dato, come fanno sapere alcuni addetti ai lavori, non influisce per niente sul bilancio dei porti che invece traggono linfa solo ed esclusivamente dal movimento merci e dai rapporti internazionali come vanta il cagliaritano Porto Foxi per le petroliere e il Porto Container.
Ora il presidente Pigliaru ha la possibilità di fare una sua scelta e, data la sua dichiarata volontà di decentramento, non è difficile ipotizzare quale sarà. Ma il punto ritenuto importante è che il presidente della Regione dovrebbe chiedere di tenere per tre anni ancora le Autorità Portuali separate per dare tempo di procedere all’accorpamento gradualmente. Questo lo hanno fatto gran parte delle Regioni , e non si capisce come Pigliaru non l’abbia ancora chiesto quando i termini stanno ormai per scadere.











