Eolico, la Todde a gamba tesa: “La moratoria sta davvero bloccando i nuovi impianti, ora scegliamo le aree idonee”. Durissimo intervento della governatrice sarda oggi su Fb: “In più occasioni mi avete chiesto se la nostra legge 5, approvata dal Consiglio Regionale lo scorso 3 luglio necessaria a tutelare e salvaguardare l’ambiente e il paesaggio della Sardegna, stia realmente bloccando tutte le autorizzazioni che non hanno iniziato i lavori. Sì, le sta bloccando.
Ne abbiamo avuto conferma parlando in questi giorni con tantissimi sindaci. E continuerà a bloccare fino a quando la Corte Costituzionale non si esprimerà sull’impugnazione richiesta dal Governo Meloni.
Nel frattempo lavoriamo per identificare e regolare le aree idonee, quelle non idonee, quelle ordinarie e quelle a vincoli speciali per mettere al sicuro il nostro territorio.
E stiamo anche lavorando sul nuovo piano energetico regionale e sulla costituzione della società energetica regionale per trasformare finalmente la Sardegna in un produttore grossista di energia elettrica necessaria per i cittadini e le imprese sarde.
Giusto per chiarezza, così da continuare a spiegare il nostro lavoro ai sardi mantenendo sempre alta la trasparenza che ci contraddistingue, condivido con voi parte del ricorso presentato dall’avvocatura di Stato contro la nostra legge che ferma la speculazione e difende la nostra terra.
«Va evidenziato che la moratoria di ben 18 mesi delle procedure autorizzatorie per le fonti energetiche rinnovabili (FER), approvata dalla Regione Sardegna con l’art. 3 della legge regionale impugnata n. 5/2024, comporta un pregiudizio irreparabile all’interesse pubblico, in quanto la sospensione delle procedure autorizzatorie necessarie a conseguire, da parte della Regione, l’obiettivo di incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili, […] fa mancare la quota regionale di potenza aggiuntiva […] necessaria per raggiungere l’obiettivo di potenza complessiva da traguardare al 2030».
Quindi, la nostra legge VA CONTRO IL DECRETO DRAGHI. ED È STATA IMPUGNATA PER QUESTO.
Chi sostiene che la legge sarda non blocca nulla, legga il testo e lo vada a spiegare all’Avvocatura di Stato che difende il Governo Meloni davanti alla Corte Costituzionale a tutela della Legge Draghi. E lo faccia con argomentazioni serie e reali che superino quanto scritto nel ricorso contro la Regione Sardegna.
E soprattutto tenti di spiegare, a noi e ai nostri giovani, perché vuole che la Sardegna rimanga condannata alle centrali a carbone, o vincolata alla produzione di energia elettrica con gli scarti di raffinazione che contribuiscono all’inquinamento senza abbattere le bollette. Oppure spieghi ai sardi chi paga il gas visto che noi non lo produciamo”, conclude Alessandra Todde. Dunque la governatrice sarda insiste sulla ricerca delle aree idonee, il suo non è un no totale ai nuovi impianti eolici. e oggi il suo intervento lo chiarisce ulteriormente La moratoria semplicemente “congela” il territorio per 18 mesi. Ma la maggior parte dei sardi vorrebbero il blocco totale per difendere il paesaggio sardo e i comitati sostengono che “non esistono aree idonee” nell’Isola.
E c’è anche un curioso battibecco nella pagina Fb della Todde. Il follower Benedetto Sechi le chiede: “Presidente, lei in ogni dichiarazione getta sconforto. Si presenta come accanita oppositrice del decreto Draghi. Suvvia, ci prende per imbecilli? Le autorizzazioni agli impianti del periodo Solinas, certo colpevole per non averle bloccate, vengono date in forza a quel decreto. Ma lei era vice ministro di quel governo con competenze specifiche, politiche e professionali. Oggi ci racconta un’altra storia. Bene. Ma se vuole che le crediamo faccia una seria autocritica. Non c’è nulla di male a sbagliare. Si sarà resa conto oggi, che chi governa da Roma, sardo o torinese, non ha mai avuto a cuore la sorte di quest’isola. Sia sincera fino in fondo e vedrà che ne guadagnerà in stima e collaborazione”. E la Todde replica, a tu per tu col lettore: ” A quel decreto bisognava rispondere con la mappa delle aree idonee già due anni e mezzo fa. Perché non è stato fatto? Se le aree fossero state individuate non staremmo qui a discutere di tutto ciò. Noi abbiamo ereditato il caos e stiamo risolvendo i problemi. Di che competenze specifiche, politiche e professionali parla?”.










