Arriva Ikea, ma chiude piazza Italia: dipendenti trasferiti in Toscana

Lo strano caso del negozio che dice addio nel centro commerciale Le Vele: chi vuole lavorare deve lasciare la famiglia e andare in Toscana, oppure dimettersi. E trenta negozi di mobili sono a rischio con l’arrivo dei punti vendita Ikea


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Vuoi lavorare ancora? Lascia Cagliari e trasferisciti in Toscana, oppure dimettiti. Dietro l’angolo ci sono Ikea e Decathlon, ma intanto i negozi dei centri commerciali attuali chiudono. Come Piazza Italia alle Vele, che ha deciso di trasferire i suoi dipendenti tutti in Toscana. Un settore, quello del commercio cagliaritano, che continua ad essere in agonia. Soltanto l’arrivo dei due punti vendita di Ikea in Sardegna ha fatto andare sull’orlo della chiusura trenta negozi di mobili in Sardegna. Ma è il caso di Piazza Italia a preoccupare ora direttamente i sindacati: “Le Scriventi Federazioni stigmatizzano l’atteggiamento e le decisioni assunte dalla Società Piazza Italia; nello specifico la S.p.A. di Napoli, dopo aver deciso la chiusura del negozio di Quartu Sant’Elena, presso il Centro Commerciale Le Vele- scrivono in un comunicato Filcmas, Cgil Uiltucs e Uil- anziché avviare le procedure sociali previste per Legge sulla chiusura di attività, ha deciso unilateralmente di trasferire tutto il personale in Toscana. La decisione comunicata con un preavviso minimo, ha creato non pochi problemi ai lavoratori, poiché questi sono stati costretti a trasferirsi in Toscana per poter continuare a lavorare; di fatto una sorta di coercizione che obbliga i dipendenti a rassegnare le dimissioni per le ovvie conseguenze economiche e familiari”.

Cristiano Ardau della Uiltucs aggiunge: “Inoltre non si conoscono ancora i motivi che hanno indotto Piazza Italia a chiudere il negozio, poiché da un lato si giustifica con il mancato rinnovo del contratto di locazione del Centro Commerciale, dall’altro diverse dichiarazioni fatte sulla pagina ufficiale di Facebook circa una non  meglio menzionata crisi delle vendite e dell’afflusso della clientela. Abbiamo chiesto urgentemente l’intervento del Prefetto a tutela dei lavoratori, per indirizzare la vertenza verso il normale confronto. L’azienda però ha dichiarato l’indisponibilità aziendale a partecipare ad incontri in Prefettura per l’asserita impraticabilità di soluzioni per i lavoratori diverse da quelle attuate.  Noi nel respingere tali inaccettabili decisioni aziendali, sia nel modo che nel metodo con cui sono state adottate, avvieremo nei prossimi giorni le opportune azioni legali e una campagna di sensibilizzazione tra i clienti a tutela dei lavoratori, dei loro diritti e della loro dignità professionale”.