Antonio Lasia (nella foto, col cavallo dello spot televisivo della Vidal), originario di Ozieri, è stato l’ultimo palafreniere di Siliqua. Scomparso nel 2007 all’età di 90 anni, ha svolto la sua attività di stalliere di una nutrita schiera di palafrenieri “ministeriali”, gradualmente scomparsa negli anni ’80. Un lavoro che aveva sempre svolto con impegno e passione, mantenendo gli stalloni di razza. Prestò il servizio di palafreniere dal 1934 al 1978 e si occupò sempre con grande passione ed impegno degli stalloni a lui affidati. Nel 1936 prese parte ad una spedizione effettuata a Tripoli, dove condusse e presentò un lotto di cavalli sardi che ottennero importanti riconoscimenti. Tra l’altro, essendo un bravo fantino, si offriva di montare i cavalli più bizzarri, soprattutto quando questi erano affidati a colleghi anziani.
Con la sua esperienza e la sua sensibilità riusciva sempre a dominarli e a gestirli con grande sicurezza. Ed è per questo che fu nominato “cavallerizzo scelto”. Tra gli anni ’60 e ’70 è stato nella stazione di Siliqua, dove è stato apprezzato per la sua precisione nell’erogare il servizio all’utenza e nella compilazione dei documenti di monta. Fu spesso incaricato di condurre in Italia importanti stalloni acquistati in Francia e lui con grande determinazione, seppe portare a termine queste missioni efficacemente. Nel 1956 doveva portare in Sardegna uno stallone puro sangue. Il cavallo, secondo le disposizioni del comandante della nave, fu messo in una gabbia di legno, però si ribellò mostrando subito grande nervosismo, tanto da procurarsi graffi ed escoriazioni. A quel punto Lasia andò dal comandante e lo convinse a far uscire il cavallo dalla gabbia, prendendosi lui la responsabilità di gestirlo in libertà sul ponte della nave, per evitare il pericolo che potesse imbizzarrire. Così, con calma e mestiere, lo prese alla capezza e, tranquillizzandolo con la parola e con la mano, passò tutta la traversata insieme a lui, conducendolo sano e salvo alle scuderie dell’Isola.
Questo era Antonio Lasia. Un uomo esperto di cavalli che, una volta andato in pensione, non abbandonò questa sua passione, ma la coltivò frequentando l’ippodromo e le manifestazioni ippiche sino a che la salute gliel’ha consentito. Successivamente, la sua passione per i cavalli è stata tramandata ai figli, Maurizio (veterinario) funzionario all’antidoping nelle corse al galoppo all’ippodromo e Gian Franco che collabora nei servizi di controllo. (Fonte: Terra di cavalli, di Diego Satta).
di Roby Collu













