Antonello, papà separato a Cagliari: “Per mio figlio ho pianto per 140 km dal dolore, ma sono vivo per lui”

Piangere di fila per 140 km, alla guida di un’auto, solo per il dolore di essere un papà separato: “Mio figlio si aggrappava a me piangendo, abbiamo pianto insieme per tanti km. Ho perso 20 kg solo per la disperazione di non averlo vicino. Ho pensato di farla finita, poi ho pensato che è più coraggioso vivere. Ma le istituzioni diano un sostegno alle persone che vivono il nostro dramma”


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Di Jacopo Norfo

Piangere di fila per 140 km, alla guida di un’auto, solo per il dolore di essere un papà separato. Solo per il pensiero di doverti allontanare dall’affetto di tuo figlio dopo qualche ora felice passata insieme. Antonello, cagliaritano, lo racconta scosso, poco tempo dopo essere uscito dal tunnel: “Mio figlio quando lo riportavo dalla madre si aggrappava a me piangendo perché non voleva scendere dalla macchina, pensa cosa può passare anche un padre.Tante volte ho pensato dire addio anche io quando rientravo dopo aver accompagnato mio figlio piccolo, 70 km piangendo in due e altri 70 km piangendo da solo, solo chi ci è passato può capirlo, a volte ci vuole però ci vuole più coraggio a vivere. Per questo sono ancora qui”.
Antonello diventa l’esempio contro i gesti di emulazione (da condannare), dopo gli ultimi drammatici casi di cronaca: il papà che ha sofferto ma nonostante tutto non si arrende alle difficoltà. Però quel dolore che ancora gli penetra nelle ossa non riesce a raccontarlo senza le lacrime: “Avevo mollato anche gli amici, non era bello stare con loro e piangere- spiega- non è facile continuare a pagare un affitto, mantenimento di un bambino e spese legali con uno stipendio da semplice impiegato. Non volevo rientrare dai miei, ogni uomo ha un po’ di orgoglio, ho dovuto fare un sacco di rinunce, e non ti puoi rifare neanche una vita”.
Antonello è il simbolo dei papà separati a Cagliari, quelli che da marzo avranno una casa comunale tutta per loro e per incontrare i bambini, anche grazie allo sforzo di consiglieri come Fabrizio Rodin che si battono per questo. Antonello però propone di più: “È giusto che ci si possa separare se non c’è più amore anche da parte di uno, ma bisogna esser ragionevoli e fare in modo che i figli stiano con entrambi i genitori, e le istituzioni dovrebbero dare un sostegno per le coppie separate. Io ho perso oltre 20 kg soltanto per la disperazione”. Antonello spiega come ha invece trovato la forza per sopravvivere, con forza e coraggio: “Ho resistito pensando che dire addio sarebbe stato il gesto che avrebbe fatto ancora più male a mio figlio. E poi, chi avrebbe pensato a lui come solo un padre può fare?”.


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