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Ancora in crisi il settore delle autoriparazioni in Sardegna

di Redazione Cagliari Online
11 Settembre 2020
in Cronaca, sardegna

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E’ ancora crisi per il mondo delle autoriparazioni della Sardegna. Nonostante il calo di vendite delle auto e la propensione a spostarsi con mezzi propri per timore dei contagi da Coronavirus, il settore isolano della manutenzione e riparazione delle auto perde ancora terreno rispetto all’anno precedente facendo registrare un -1,5% sul 2019 e con un saldo negativo di -44 imprese.

E’ questa la fotografia del comparto che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha
esaminato i dati 2019-2020 di UnionCamere sulla “Dinamica delle imprese della Manutenzione e Riparazione di autoveicoli” nell’Isola.

Il settore, che cura e manutiene oltre 1 milione di autoveicoli civili in tutta l’isola e che offre lavoro a circa 8mila addetti, con una dimensione media di 2,7 lavoratori per azienda, nel terzo trimestre di quest’anno ha chiuso con 2.965 attività contro le 3.009 dello stesso periodo dell’anno passato (-44 unità). Di queste ben il 79% sono realtà artigiane che hanno fatto registrare una contrazione del 2.8% (2.341 nel 2020 contro 2.408 nel 2029, con un calo di ben 67 attività).

A livello territoriale il bilancio aperture/chiusure delle imprese dell’autoriparazione va in pareggio solo a Oristano con 250 imprese nel 2019 e nel 2020. Tutte le altre provincie sono in calo. Molto pesante la crisi a Sassari (-2,9%, erano 973 del 2019 mentre nel 2020 sono scese a 945) e Cagliari (-1,1% con 1.247 lo scorso anno contro le 1.233 di questo periodo). Perdita contenuta a Nuoro (-0,4%, con 539 nel 2019 e 537 quest’anno).

Per la sola “riparazione di carrozzerie”, i dati parlano di un calo
dell’1.9%, per 692 unità nel 2019 e 679 in questo anno. Tra le aziende
artigiane, la contrazione è del 3,9%, con 564 nel 2019 e 542 nel 2020.

Alle prese con mali cronici come abusivismo e concorrenza sleale, sul
settore incide, negativamente, anche la situazione economica aggravata
dal Covid, e la mancanza di liquidità delle famiglie. Infatti, i sardi
fiaccati da questa situazione decidono di risparmiare sulla
manutenzione della propria auto esponendo così il veicolo, e loro
stessi, a gravi rischi per la sicurezza.

“La categoria deve fare i conti con le tasche dei sardi sempre più
vuote, con il crescente abusivismo e con una redditività aziendale non
allineata ai costi che quotidianamente sostiene – affermano Antonio
Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato
Imprese Sardegna – soprattutto le spese per il continuo aggiornamento
delle attrezzature e del personale, necessarie per garantire sia
standard qualitativi adeguati alle richieste dei clienti, sia per far
fronte agli adempimenti burocratici sempre più complessi e onerosi,
erodono sempre più il margine di guadagno delle attività”.

Analisi sul comparto.

Autoriparazione, più lavoro giovane – Una caratterizzazione del
settore esaminata del report è quella della quota di giovani
lavoratori, che è più elevata rispetto agli altri segmenti della
filiera e, più in generale, superiore alla quota di under 30 presenti
nei macro settori dell’economia italiana. Nelle imprese della
manutenzione e riparazione autoveicoli il 22,5% dei dipendenti ha meno
di 30 anni, quota di oltre otto punti più alta rilevata nella filiera
auto (14,3%) e ampiamente superiore al 18,4% della media dei servizi,
al 14,9% delle costruzioni e all’11,9% delle attività manifatturiere.

Il crescente utilizzo delle tecnologie digitali profila una domanda di
lavoro sempre più caratterizzata da una maggiore diffusione di
e-skills.

Nel 2019 al 60% delle assunzioni di meccanici artigianali, riparatori
di automobili sono richieste competenze digitali, come l’uso di
tecnologie internet, e la capacità di gestire e produrre strumenti di
comunicazione visiva e multimediale; al 46,3% sono richieste capacità
di utilizzare linguaggi matematici e informatici per organizzare e
valutare informazioni qualitative e quantitative; e al 39,6% è
richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di
“impresa 4.0”, applicando tecnologie robotiche, big data analytics e
internet delle cose ai processi aziendali.

Nel tempo si osserva un incremento della quota di imprese alla ricerca
di meccanici e riparatori di automobili dotati di competenze di alto
livello per l’utilizzo di tecnologie 4.0 e di linguaggi matematici ed
informatici.

Gli autoriparatori sardi, in ogni caso, hanno lavorato per superare la
crisi nonostante un tortuoso percorso ad ostacoli. In particolare,
hanno dovuto fronteggiare la questione legata alle regole della
meccatronica, che hanno imposto ai meccanici, motoristi ed elettrauti
di intraprendere un percorso formativo specifico, a spese proprie, per
poter continuare l’attività.

Il comparto, inoltre, registra poi gravi difficoltà nel reperimento
delle risorse umane: “La carenza di personale qualificato – spiegano
Matzutzi e Serra – è anche legata al gap che c’è tra mondo della
scuola e mondo del lavoro. Un gap che la nostra Associazione sta
cercando di colmare con la continua formazione”.

Un annoso problema, denunciato più volte da Confartigianato, è
soprattutto quello dell’abusivismo.

“Ogni giorno le Autorità preposte continuano a scoprire attività
illecite di autoriparazione – continuano Presidente e Segretario – in
tanti, ormai, chiudono la propria impresa per operare in nero,
abusivamente e facendo concorrenza sleale a tutti gli imprenditori
che, pur di non chiudere e di non mandare a casa il personale, limano
all’osso i listini, erodendo anche la parte di guadagno”. “Su questa
“piaga” – rimarcano – da parecchi anni portiamo avanti pubbliche
battaglie invitando colleghi artigiani e cittadini a fare fronte
comune per combatterla. I danni che questa provoca non sono solo
economici ma anche sociali e alimentano un mercato fuori dalle regole
e assolutamente fuori controllo”.

Inoltre, c’è la complicata fase legata al Covid e alle misure di sicurezza.

“C’è il massimo impegno della nostra categoria a lavorare in
sicurezza, rispettando tutti i presidi e i protocolli sanitari, per
trasferire a dipendenti e clienti un messaggio di garanzia e
professionalità – concludono Matzutzi e Serra – siamo certi che
nell’interesse di tutti, a cominciare dalle nostre aziende, sapremo
dare il giusto contributo e interpretare in modo responsabile questo
delicatissimo momento”.

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