Il carrello della spesa di un celiaco è “standard” a livello di alimenti ma “di lusso” a livello di prezzo. Pasta, pane, dolci: tutti rigorosamente senza glutine. E i prezzi salgono. A parte possibili offerte speciali, nei negozi cagliaritani che vendono cibo “gluten free” il conto diventa salato. Qualche esempio? Cinquecento grammi di maccheroni costano almeno tre euro. Il pane sfiora anche i sei euro al chilo. Mais, riso e quinoa prendono il posto della farina, un veleno per i celiaci. Così, per un pacco di biscotti al cioccolato, duecento grammi tondi tondi, se ne vanno non meno di 3,50 euro. Fiocchi di riso e mais, un altro tipo di fare colazione, costano non meno di 13-14 euro al chilo.
In Sardegna, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute aggiornati al 2016, i celiaci sono 6783. E, a livello regionale, sono ancora molte le difficoltà per un celiaco. La Asl garantisce i ticket per fare la spesa nei negozi convenzionati. Il totale previsto non basta a coprire le necessità mensili, ma il problema è un altro: in tanti lamentano la difficoltà nel dover raggiungere questo o quel luogo per ritirarli. E le lamentele abbondano anche tra i venditori: il rimborso dovrebbe essere entro novanta giorni. A meno di problemi clamorosi è così, ma in tanti chiedono tempi più rapidi. E dalla politica arriva la proposta di Fratelli d’Italia in Regione: “Non più buoni cartacei mensili ma quanto dovuto nella tessera sanitaria, senza più dover andare alla Asl e acquistando in qualunque posto. Per i commercianti, inoltre, un rimborso immediato”.










