I mesi sono trascorsi, e sono già sei. Un’attesa lunga 32 settimane per gli oltre seicento ambulanti e giostrai della Sardegna, senza i ristori promessi dalla Regione. 3,9 milioni di euro, seimila euro a testa per ritornare a respirare in un’Isola paralizzata dal Coronavirus. Il 4 maggio scorso tutti felici, oggi tutti disperati: da quel giorno attendono i ristori promessi. E, ora, sono pronti ad una nuova battaglia. Lo conferma in anteprima a Casteddu Online Mauro Zedda, presidente regionale di Ambulantando: “Un’altra promessa disattesa, non abbiamo più i soldi nemmeno per comprare un litro di latte per i nostri figli. Nessuno di noi ha visto un centesimo, e in Sardegna le sagre ripartite sono pochissime”. E le loro casse, in parallelo, semivuote: “Abbiamo anche la ‘maledizione’ del distanziamento da dover rispettare e del green pass. Ad Aritzo, per la sagra delle castagne, hanno potuto lavorare solo la metà dei colleghi”, afferma Zedda. Il motivo? “Posteggi dimezzati per garantire la gusta distanza anti contagio”. E gli affari sono andati “molto male. Siamo ancora in forte crisi”.
“Giovedì, dalle 9, saremo sotto il Consiglio regionale di via Roma a Cagliari. Siamo furiosi, occuperemo la strada e non ce ne andremo sin quando non ci daranno tutti i soldi che ci spettano, visto che ce li hanno promessi”. Insomma, la guerra è nuovamente aperta. Meglio, dichiarata. “Stiamo davvero facendo la fame. Tantissimi comuni sardi non hanno calendarizzato nuove sagre, non stiamo lavorando. Da Cagliari a Sassari, da Nuoro a Olbia: saremo in centinaia, tutti pronti a far valere i nostri diritti.