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Fioccano le proteste in una scuola di Quartu Sant’Elena dove quest’oggi gli alunni sono rimasti lungo senza pranzo. Un ritardo di ben tre quarti d’ora che si è consumato nella scuola di via Fieramosca.
Si erano fatte le 13 e, di lì a poco, gli studenti avrebbero dovuto mangiare ed invece hanno appreso che nel piatto non ci sarebbe stato nulla. Dapprima sono rimasti basiti. Poi, con il passare del tempo, in sala mensa gli umori sono diventati come spazientiti: visi lunghi e insegnanti imbarazzati per il ritardo.
La colpa? Per adesso è stata attribuita alla “ditta incaricata di consegnare i pasti preconfezionati entro le ore 13 e non alle 14,30”. Magari ne sapremo di più a breve. Quel che appare chiaro è un altro fatto di non poco conto: tra gli alunni insofferenti “anche due piccoli diabetici che prima dell’attesissimo pranzo avevano fatto l’insulina. Poi – ci racconta un genitore – causa il ritardo nel servizio mensa, hanno dovuto verificare più volte i valori del loro stato di salute”. Vivissima e del resto comprensibile, la preoccupazione degli insegnanti.
Anche per questo motivo e seppur a bocca asciutta in tanti, tra i piccoli, hanno rivolto dapprima timide, poi sempre più vivaci lamentele. Non ne sarebbero rimasti esenti i bidelli.
Inevitabile nel primo pomeriggio la protesta quando all’uscita di scuola, i genitori hanno appreso dell’accaduto.
A volte capita dover aspettare un pranzo più del dovuto, “ma dover far attendere decine e decine di alunni affamati, specie al termine delle lezioni, per un ritardo di 90 minuti, è sintomo di disorganizzazione o peggio ancora di menefreghismo”.
Durissima ma comprensibile, in queste parole, la razione dei papà e delle mamme degli studenti di via Fieramosca, per questo “ritardo dai contorni incredibili, lungo quanto una partita di calcio”.
Niente male, si fa per dire, come primo giorno di mensa scolastica. Domani forse andrà meglio. O almeno così, auspicano in tanti.
Marcello Polastri