Quindici anni al 59enne Cesare Tiberio Farris, quattordici al figlio Stefano, prossimo ai trent’anni. Sono queste le pene inflitte dalla giudice Manuela Anzani per il 59enne e ventinovenne di Gergei che il 20 giugno del 2022 avevano ucciso a bastonate un pastore, il 63enne Massimo Deddia. Il cadavere era stato abbandonato nelle campagne del paese dopo il tramonto ma le forze dell’ordine erano riuscite a ritrovarlo nel giro di poche ore, in neanche mezza giornata. Le bastonate fatali erano arrivate dopo l’ennesimo litigio per questioni decisamente futili. Dissidi tra vicini di terreno, anche, che avevano portato a un incancrenimento duraturo e che era sfociato, negli anni, anche in attacchi e ripicche verbali, per raggiungere il suo folle apice con la morte.
In aula, oggi, sono intervenuti il pm, le parti civili Pierluigi Concas e Erika Dessì e i due avvocati del padre e del figlio: Giovanni Aste per Stefano e il collega Valerio Doa per Cesare Tiberi. “Faremo sicuramente ricorso in appello, aspettiamo le motivazioni”, spiega Giovanni Aste. “La nostra linea è sempre stata chiara. Padre e figli si sono difesi perchè minacciati da Massimo Deddi, che imbracciava una pistola.
tolto lo sconto per il rito senza applicare la recivida. sicuramente faremo appello aspettiamo le motivazioni, anche perchè abbiamo sempre sostenuto di esserci difesi da aggressione con una pistola, padre difeso e figlio scappato.










