Agricoltura, sì della Regione: 20mila cornacchie saranno abbattute

Ai cacciatori il compito di sopprimere gli animali


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“Oggi il Comitato faunistico regionale ha dato parere favorevole per l’abbattimento selettivo delle cornacchie grigie. Il documento è stato approvato all’unanimità, a dimostrazione del grande senso di responsabilità di tutti gli attori interessati”. Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, nel commentare il via libera.

Si tratta di un Piano triennale (2015-2017) a cui hanno lavorato le strutture dell’assessorato dell’Ambiente, competente per materia. L’attuazione del Piano di depopolamento spetterà adesso alle Province che si dovranno avvalere di personale altamente specializzato, i cosiddetti coadiutori (oggi in buona parte cacciatori), per cui si stanno attivando dei corsi per la formazione, che coinvolgano ancor di più gli agricoltori. L’approvazione del Piano ha avuto bisogno di più tempo poiché l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha chiesto integrazioni e chiarimenti, e solo recentemente ha espresso parere favorevole, di tipo obbligatorio e vincolante, che ha permesso la chiusura dei lavori.

L’elemento di novità dell’intervento triennale sta nel numero dei volatili abbattibili, si passa dalle 8.000 cornacchie all’anno a ben 18.900.

Sul versante dei danni provocati dai cormorani alle aziende dei pescatori dell’oristanese, l’assessorato della Difesa dell’Ambiente ha spiegato che i fondi previsti per quest’anno sono gli stessi degli anni precedenti, senza alcuna riduzione. Le risorse per il 2014 sono state tutte impegnate e verranno trasferite alle Province solo dopo la presentazione delle relazioni sugli indennizzi che devono essere trasmesse entro giugno.

Per il futuro si sta valutando la possibilità di anticipare, almeno in parte, le risorse alle Province, così da intervenire prima nel risarcire i pescatori. Resta più problematico invece studiare piani di abbattimento per i cormorani, tutelati da apposite normative europee che porterebbero la Regione Sardegna nell’ambito di una procedura di infrazione, mentre è importante proseguire sul versante della prevenzione.