Il prezzo è quello finale, e conta solo quello per le tasche di un qualsiasi sardo, bonus o servizi aggiuntivi a parte. Per atterrare a Milano alle 7:50 di un giorno lavorativo e rientrare a Elmas alle 19:15, un isolano che sfrutta la continuità territoriale paga 153,36 euro, chi non la sfrutta o, più probabile, non è sardo, ne paga meno di centodieci: 109,36 per l’esattezza. Ecco la continuità territoriale targata Ita: oltre quaranta euro di differenza per gli stessi identici voli, sia all’andata sia al ritorno. Sul web fioccano le segnalazioni, le denunce e gli scambi di accuse tra chi sostiene che la differenza economia sia assolutamente ingiustificabile e chi, ben pochi a onor del vero, fanno notare che ci sono un paio di servizi in più. “Il 17 gennaio dovrò andare a Milano per una visita, così ho deciso di prendere i biglietti con ITa perché più comodi come orario e logistica. Ho fatto il primo controllo con la tariffa residenti, in continuità territoriale, ed ho speso 153,36. Un mio amico che lavora qui in Sardegna ma non è residente, mi ha chiamato chiedendomi la cortesia di fargli un biglietto per salire a Milano per un concorso. Con stupore ho scoperto che lui, per la stessa data, avrebbe speso senza la tariffa residenti, quindi senza continuità la bellezza di 109,36 euro, ovvero 44 euro in meno rispetto alla tariffa residenti”, scrive il consigliere comunale cagliaritano del Pd Marco Benucci. “Qualcuno ti scriverà: Però puoi cancellarlo quando vuoi, però hai un bagaglio in più in stiva. Quindi, morale della favola, ci fanno pagare in più per questi servizi, che per noi che viviamo in un’Isola dovrebbero essere gratuiti, altrimenti che vantaggi avremo nell’essere svantaggiati? Bisogna lavorare su una tariffa a chilometro equa anche con mezzi diversi, la Costituzione garantisce a tutti il diritto alla mobilità. Se la distanza tra Napoli e Roma fosse la stessa che tra Cagliari e Roma, perché un napoletano con 30 euro può arrivare in treno a Roma e io con 130 con l’aereo? Perché il treno purtroppo Cagliari Roma non esiste” .
La situazione non cambia nemmeno scegliendo altre date: tra le più critiche, in una normale settimana senza giorni rossi che compaiono all’improvviso sul calendario, magari spezzando una settimana, ci sono quelle del lunedì e del venerdì.












